Terminati i lavori sulla carreggiata del ponte Veggia, riaperto al transito lo scorso 28 luglio, torna d’attualità la situazioni infrastrutturale e di viabilità che l’Assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Sassuolo analizza per un futuro tavolo interprovinciale.
“La priorità – afferma l’Assessore – è allargare la SP467 Pedemontana a quattro corsie dal ponte sul Secchia fino all’attacco della tangenziale di Modena, con i nodi (cioè le attuali rotatorie) risolti da sottopassi o sovrappassi. La chiusura della Veggia ha mostrato che sono proprio questi nodi, oltre alle corsie ridotte, a generare le code. La pedemontana SP467 dal ponte sul Secchia all’attacco della tangenziale per Modena a Fiorano deve essere attraversata in meno di 5 minuti: anche questo “ultimo miglio” del sistema Distretto deve essere veloce, competitivo e sicuro”.
Altro tema centrale, una volta risolto quello della Pedemontana, è il terzo ponte. Zilioli segnala l’identikit ideale di tale ponte (o meglio di tale “corridoio infrastrutturale”):
- essere percorribile da tutti i mezzi (leggeri e anche pesanti) con una attenzione alla mobilità sostenibile (cioè che sia utile anche per sviluppare il sistema ferroviario e del TPL);
- trovarsi vicino al baricentro della movimentazione merci del distretto (collegando quindi lo scalo di Dinazzano con le grandi aree industriali prospicienti alla SP467) in modo da minimizzare impatti ambientali e contemporaneamente avere maggiori performance in termini di velocità del servizio;
- essere in posizione strategica in caso di blocco o cantiere dell’attuale unico ponte per i mezzi pesanti (SP467 pedemontana).
“L’ipotesi tra le tante, avanzata in passato, di un nuovo ponte presso il polo scolastico/area Gazzotti – afferma l’Assessore – non risponde a nessuna di queste tre esigenze. Al contrario, aggraverebbe criticità già presenti: traffico intenso nel nodo Polo Scolastico / via Montanara e maggiore inquinamento nelle zone residenziali di Rometta e Consolata, con impatti di traffico davanti all’Ospedale di Sassuolo, appena premiato come eccellenza nazionale. La gestione oculata del cantiere della Veggia e il peso del territorio coinvolto confermano che il Comune di Sassuolo, per dimensioni, numero di imprese e popolazione, è di fatto il principale attore nella pianificazione della viabilità distrettuale, insieme a enti provinciali e soprattutto alla Regione che sta predisponendo il futuro PRIT (cioè il Piano Regionale Integrato dei Trasport). Se arriverà la Bretella Campogalliano–Sassuolo (interamente disegnata sul versante modenese), l’impatto sarà quasi totalmente sul comparto sassuolese: soprattutto qui dovranno quindi essere definiti gli indirizzi per pianificare le opere di adduzione (sono 90 milioni di euro previsti sulle due province): non come interventi “a pioggia” ma mirati su questa destinazione di “opere di adduzione e mitigazione”. Questa visione dovrà essere recepita anche nei nuovi PUG in fase di redazione dai vari enti locali, individuando i corridoi stradali, ferroviari e del trasporto pubblico ideali per l’Area Vasta Ceramica.
Nel “pacchetto di opere” andranno considerate anche proposte per migliorare l’accessibilità della montagna reggiana e modenese ai servizi di Sassuolo (ospedale e polo scolastico), ad esempio potenziando la traversa di Castellarano, già sperimentata per i soli mezzi di emergenza durante la chiusura del ponte Veggia, pensandone un uso riservato anche al solo trasporto pubblico. Una misura che potrebbe ridurre di oltre 15 minuti, nelle ore di punta, i tempi di percorrenza dalla montagna modenese verso il polo scolastico e l’ospedale di Sassuolo”.
Il cantiere della Veggia è servito anche per evidenziare quali sono i nodi più critici, in ordine di criticità: la strozzatura della pedemontana (nel passaggio dalle 4 alle 2 corsie), le provenienze da Casalgrande (presso scalo di Dinazzano), le provenienze da Rubiera (presso l’abitato di Villalunga), l’attacco a Fiorano della tangenziale per Modena sulla pedemontana, le provenienze dal Fondovalle Secchia.
“Va bene il “sex appeal” di parlare di un terzo ponte – conclude Zilioli – ma una visione strategica e responsabile impone di pensare prima di tutto a un “pacchetto coordinato di opere”, capace di risolvere i nodi critici esistenti prima elencati e di garantire quindi un corridoio trasportistico performante e fluido, a vantaggio della competitività del distretto e a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini. La Giunta Mesini è a questo tavolo da un anno, subito da quando ci siamo insediati, e su questo continuerà a lavorare per costruire una proposta credibile, che tenga insieme tutte le esigenze del territorio, senza forzature su soluzioni parziali che non risolvono i problemi. Il tema vero è come si diceva un “pacchetto di opere” condivise dal territorio, che possa essere integralmente finanziato con il budget già ipotizzato per le opere di adduzione della Campogalliano–Sassuolo, o comunque essere inserito nella prossima programmazione delle grandi opere regionali e nazionali”.