«Siamo molto contenti che la Regione Emilia Romagna sia in sintonia con la proposte della Uil Emilia Romagna. Tra queste, mi riferisco al reddito che la Regione definisce di solidarietà, ma per noi è di cittadinanza.
Non è una mera differenza semantica, ma una differente concezione di questo importante strumento. Uno strumento su cui ci sarebbe piaciuto intervenire per dire la nostra che non è certo la posizione espressa dal primo venuto.
Tuttavia, ci lascia perplessi il comportamento dell’assessore al Welfare che spiega, fa e disfa direttamente sugli organi di stampa. Certo questa ‘trasparenza’ fa onore, ricordo però che, in Emilia Romagna, c’è una lunga e salda tradizione di concertazione. O se preferisce di dialogo.
Le parti sociali di cui la Uil si onora di fare parte non sono dei nemici. Ci sarebbe piaciuto saperne di più di questo reddito di solidarietà. Bazzecole della serie: a chi verrà erogato; come e con quali criteri. Giusto anche per non trasformarlo in un che di assistenziale.
Mi auguro che questo sia uno scivolone (l’ennesimo): errare humanum est, perseverare autem diabolicum».