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Reggio, gli “Aperitivi con il futuro” di Qua.Dir

Proseguono gli “Aperitivi con il futuro”, i seminari organizzati dalla società di formazione manageriale di Legacoop Qua.Dir, per i dirigenti cooperativi e in particolare per gli allievi del Mic, la scuola di alta formazione promossa da Legacoop Reggio Emilia e Legacoop Modena. “Con questi seminari – spiega Raffaella Curioni, presidente di Qua.dir – vogliamo raccontare ciò che si muove oggi nella società, nell’economia, nella politica e nelle aziende.

Il terzo appuntamento ha visto come protagonista Fabrizio Bencini, esperto di finanza operativa e straordinaria, con particolare riferimento alle tematiche di business planning. Bencini è coordinatore per Il Sole 24 Ore sia per corsi aziendali che all’interno di master in Amministrazione Finanza e Controllo, Strategie d’Impresa, Tributario, Corporate Finance.

“E’ facile accusare le banche delle colpe che hanno: infatti – ha spiegato Bencini – nel dicembre 2012, rispetto al dicembre 2011, la richiesta di finanziamenti è crollata del 43%: perché il sistema finanziario non eroga, nonostante la liquidità concessa dalla Bce all’1%, e perché le banche preferiscono speculazioni finanziarie a breve che ritengono più interessanti dell’investimento nell’economia reale. E’ facile trovare la responsabilità nelle banche, ma poco utile per le imprese. “E’ preferibile – ha proseguito il relatore – studiare che cosa possono fare le imprese. Allora ci sono tre fattori che consentono o non consentono lo sviluppo di un’impresa, e l’aspetto finanziario è l’ultimo dei tre: avere buone idee e buone strategie, avere una buona organizzazione, e infine avere le risorse finanziarie per lo sviluppo, e permettersi anche di correre qualche rischio di sbagliare”.

Per un po’ di tempo le risorse sul lato del debito saranno scarsissime, “per cui – ha affermato Bencini – dalle imprese dipende prima di tutto l’ottimizzazione delle risorse interne, passando dalla cultura del margine (a volte addirittura del fatturato) alla cultura del rendimento del capitale investito, passando dalla gestione del conto economico alla gestione del conto patrimoniale, rivedendo spassionatamente alla luce dei nuovi rischi/opportunità le ragioni degli immobilizzi effettuati, e lavorando sulla contrazione del circolante per recuperare risorse. Sono pochissime le imprese italiane che hanno il manager specializzato in questa funzione strategica”.

In futuro il mercato sarà costretto a rendere sempre più selettivo l’accesso al credito, riservato a chi avrà i mix adeguati di idea imprenditoriale, organizzazione ed efficiente utilizzo delle risorse interne. Solo così si potranno approcciare non solo gli approvvigionamenti ordinari ma anche il private equity.

“Senza fare della poesia – ha concluso Fabrizio Bencini rivolgendosi ai dirigenti cooperativi – sarà comunque indispensabile alle banche in futuro costruire dei rating trasparenti e complessi, non semplicemente legati ad un bilancio, a numeri storici e serie statistiche. La storia di un’impresa, in questo mercato in cui sono saltati tutti i vecchi equilibri e la domanda è rarefatta, non conta più nulla per il finanziatore se non relativamente al patrimonio a disposizione e ai valori distintivi praticati. Conta il futuro, e quindi occorre esaminare e valutare, insieme ai dati storici ma solo come verifica, soprattutto i dati di budget e gli assett immateriali”.

















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