“S’impone la necessità di individuare una strategia in grado di rilanciare lavoro e occupazione, che tenga conto anche dalla piccola e media imprenditoria, componente fondamentale dell’economia locale. Una strategia orientata allo sviluppo di quegli ambiti innovativi come la green economy e il turismo, risorse ancora poco sfruttate e con un elevato potenziale di crescita. Importante sarà quindi il contributo di ognuno, per puntare ad un diverso mix di politiche a sostegno dell’occupazione facendo leva sulla formazione, razionalizzando l’offerta e con un’attenzione particolare per i giovani e coloro che, in età più avanzata, sono rimasti esclusi dal mercato del lavoro”. Sono riflessioni di Confesercenti emerse in occasione dell’incontro sullo stato dell’occupazione nel territorio modenese con l’Assessore provinciale al Lavoro Francesco Ori, organizzato dalla Presidenza dell’Associazione imprenditoriale.
Tenutosi giovedì scorso, l’appuntamento con l’Assessore Ori, è stato seguito con grande interesse e partecipazione dall’Assemblea provinciale di Confesercenti. È stato un momento, per ragionare sullo stato di salute della nostra economia attraverso l’analisi dell’evoluzione dell’occupazione, per capire dinamiche e prospettive: da chi trova difficoltà ad essere integrato nel mondo del lavoro, alle tantissime imprese che hanno un ruolo determinante nella produzione di un benessere diffuso.
La crisi sta colpendo duramene l’economia italiana e la percentuale di disoccupazione a livello nazionale nel primo trimestre dell’anno ha raggiunto il 9,1%. S’intravedono nonostante tutto segnali di risalita con una ripresa degli ordini e dell’export, senza però alcuna inversione di tendenza nell’occupazione: anzi per quello che riguarda il territorio modenese la percentuale dei disoccupati va molto oltre la media delle regioni del nord Italia, rasentando il 9%. A parlar chiaro è la situazione riassunta dall’Osservatorio sul Mercato del Lavoro della Provincia di Modena, che trova ulteriori conferme anche nei dati dell’Osservatorio economico di Confesercenti. Nei primi sei mesi dell’anno infatti le 1.300 imprese prese a campione, hanno visto diminuire del 2,8% gli occupati rispetto allo stesso periodo del 2009. Un dato certamente negativo, ma sicuramente contenuto rispetto alle previsioni, per l’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali e alla riduzione dell’orario di lavoro. Scelta operata da molti imprenditori pur di mantenere la professionalità dei propri addetti e rimanere competitivi sul mercato.
Tra i settori monitorati dall’Osservatorio, il conto più salato lo paga l’ingrosso che perde un 3,1% della forza lavoro e contestualmente registra una vera e propria esplosione delle ore di cassa integrazione, +470% rispetto al 2009. Dati che sottolineano come sia in corso una vera e propria riconfigurazione della filiera distributiva. In rosso anche il commercio al minuto extra alimentare che vede una diminuzione degli occupati dell’8,4%: dopo circa due anni di recessione nei consumi gli sforzi messi in campo per mantenere inalterati i posti di lavoro non sono più sufficienti. Un lieve decremento lo si segnala anche nel settore dei pubblici esercizi con un -1,3%: dato questo condizionato però da un fattore stagionale e quindi soggetto ad un possibile ulteriore peggioramento nella seconda parte dell’anno. In controtendenza il settore del commercio al minuto di alimentari; ad essere meno penalizzati sono soprattutto i piccoli negozi specializzati, che vedono aumentare l’occupazione dell’1,2% rispetto al primo semestre 2009. Va infine aggiunto che dall’indagine dell’Osservatorio di Confesercenti emerge che in tutti i settori analizzati si segnala la presenza di imprese che hanno dipendenti in cassa integrazione. Si tratta di un numero contenuto pari a 100 lavoratori; ma è pur vero che per la prima volta anche le imprese dei settori rappresentate da Confesercenti hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.
“In assenza di un’inversione di tendenza – ha spiegato il Presidente di Confesercenti Modena Massimo Silingardi – si corre quindi il serio rischio che la disoccupazione si allarghi ulteriormente e faccia sentire il suo peso anche sul sistema distributivo. Se aggiungiamo le prossime scadenze dei molti provvedimenti di cassa integrazione straordinaria e degli ammortizzatori sociali in deroga che fino ad ora hanno consentito di contenere la portata della crisi, la gravità della situazione diventa evidente. Con un monte ore di CIG come quello attuale, non si potrà andare avanti ancora per molto. Sarà quindi opportuno capire – ha aggiunto Silingardi – quali sono le prospettive per chi si è ritrovato e rischia di ritrovarsi disoccupato in età particolarmente critica per il rientro nel mondo del lavoro e che genere di possibilità hanno i giovani in cerca di prima occupazione, considerando che la disoccupazione giovanile è oggi al di sopra del 20%. Di sicuro sarà importante individuare: nuove politiche di formazione per riqualificare i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro e per creare professionalità adeguate alle nuove esigenze delle aziende, partendo dai giovani laureati”.
A livello provinciale, secondo Confesercenti, occorrerà poi riflettere su una parcellizzazione degli enti formativi pubblici e privati che conosce pochi altri esempi. Servirà procedere in tempi brevi in questa direzione, con un orientamento che sostenga politiche di integrazione tra gli enti in questione e una maggiore specializzazione e qualificazione dell’offerta.
“Sarà nostro compito inoltre – ha evidenziato Silingardi – contribuire in modo costruttivo ad una discussione sulle strategie da seguire per favorire la diversificazione del tessuto imprenditoriale della nostra economia. Vi sono ambiti su cui puntare, a partire dalla green economy, intesa come modo di produrre innovativo; ma pensiamo anche ad un diverso sistema di welfare in cui si vadano a ridefinire le soglie di prestazione garantite dal pubblico per allargare al sistema dei privati. Sarà opportuno inoltre guardare al turismo, in quanto a risorsa del nostro territorio non ancora adeguatamente sfruttata. E’ giunto il momento, date le potenzialità del territorio modenese di creare insieme un prodotto turistico innovativo ed iniziare a promuoverlo con convinzione, mediante risorse adeguate e tecniche efficienti. È necessario da subito scommettere su uno sviluppo o meglio sul rilancio dell’economia in questi termini, implementando politiche formative adeguate, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, dall’Università, alle scuole agli enti formativi”.
“Consapevoli di fare i conti con una situazione purtroppo molto incerta – ha dichiarato l’assessore provinciale al Lavoro Francesco Ori – c’è da parte della Provincia il massimo impegno: a sostegno dell’occupazione e all’indotto economico locale. Siamo consci delle difficoltà incontrate dalle imprese, causa la congiuntura negativa e incentivate oltretutto dalla debolezza del rapporto che queste hanno con i credito. Ma è pur vero che Modena ha sempre saputo reagire di fronte alle trasformazioni profonde. Nell’auspicare quindi il rinnovo di questa capacità, confermo al disponibilità delle istituzioni a collaborare con il mondo economico su quelle che saranno le opportunità da cogliere. In una situazione in cui il problema non è quanti hanno perso il posto di lavoro, ma quanti saranno in grado di recuperarlo, occorrerà scommettere in primo luogo sul cambiamento affinché il territorio torni ad essere competitivo. E a tal proposito diventa cruciale anche il ruolo che le associazioni di categoria rivestono. Sarà importante quindi capire insieme in che modo assistere i disoccupati; come le competenze maturate potranno essere utili a fronte delle necessità che avremo in futuro; dove indirizzare la formazione, così da creare una rete di servizi utili alle imprese per cercare soluzioni adeguate. Occorrerà avere coraggio e mettersi più in discussione rispetto al passato, per capire insieme quali sono gli strumenti idonei al sostegno dell’occupazione”.


