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Fragilità ossea: screening e follow up con tecnologia REMS per 350 pazienti reumatologici dell’AUSL di Reggio Emilia

A quasi un anno dalla donazione AMRER, tanti i vantaggi per i malati reumatologici e le donne in gravidanza monitorate per il rischio di osteoporosi

A quasi un anno dalla donazione del macchinario con tecnologia REMS (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry) da parte di AMRER – Associazione Malati Reumatici Emilia-Romagna all’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia, 350 pazienti reumatologici hanno potuto beneficiare di questa metodica innovativa per la valutazione della densità minerale ossea e del rischio di frattura a cinque anni.

La tecnologia REMS è tra le soluzioni più innovative, sicure e accurate per la diagnosi precoce della fragilità ossea, grazie all’utilizzo di ultrasuoni al posto delle radiazioni ionizzanti.

«Questa tecnologia permette di valutare l’osteoporosi offrendo informazioni sulla densità e qualità dell’osso. Grazie alla sua portabilità e rapidità, può essere utilizzata in ambulatorio o direttamente al letto del paziente, diviene un prezioso complemento alla visita medica, favorisce diagnosi precoci e semplifica il percorso dei pazienti», spiega Carlo Salvarani, Direttore della Struttura di Reumatologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova e professore ordinario dell’Università di Modena e Reggio Emilia. «Per migliorare l’affidabilità e l’uso clinico di questa tecnologia sarà importante adottare strategie di standardizzazione, formazione e confronto con altre tecniche diagnostiche consolidate. È auspicabile che ciò avvenga all’interno di un progetto che coinvolga tutte le sedi regionali in cui la tecnologia è già disponibile».

 

L’osteoporosi

Interessa in Italia circa 5 milioni di persone, di cui 4 milioni di donne, nell’80% dei casi in età post menopausale. Si caratterizza per essere una malattia sistemica dell’apparato scheletrico che fa diminuire la densità minerale dell’osso aumentandone la fragilità: colpisce una donna su tre e un uomo su cinque sopra i 50 anni di età. In Emilia-Romagna le persone affette da osteoporosi sono oltre 100mila, come emerge dal report del 2018 “Epidemiologia e impatto della multimorbidità in Emilia-Romagna” e il dato è destinato ad aumentare anche in virtù del prolungarsi della vita media.

Ma oltre alla velocità e alla praticità di esecuzione dell’esame, quali gli altri vantaggi della REMS? «La valutazione con tecnologia REMS può essere effettuata anche da chi ha un’artrosi severa, crolli vertebrali e calcificazioni della parete aortica: condizioni per cui la Densitometria ossea, nota come DEXA, non dà esiti affidabili e in alcuni casi non è effettuabile. In più, a differenza della DEXA non emette radiazioni ionizzanti, e può essere utilizzata anche dalle donne in gravidanza per lo screening e il monitoraggio dell’osteoporosi gravidica» – aggiunge Lucia Dardani, reumatologa dell’equipe -. “Al momento, questa tecnologia può essere utilizzata solo per gli adulti in quanto il software pediatrico non è ancora stato ultimato, ma non dimentichiamo che le malattie reumatologiche possono presentarsi anche già in giovane età”.

«L’Associazione vuole essere concretamente vicina alle persone affette da una patologia reumatologica. Siamo orgogliosi di dare il nostro contributo alla presa in carico e alla diagnosi precoce dei pazienti reumatologici da parte di una delle eccellenze del nostro territorio. Crediamo fermamente che sostenere il servizio sanitario pubblico sia fondamentale: siamo l’unico Paese al mondo che ha una sanità per tutti e tale desideriamo che rimanga. Donare questi macchinari è stato possibile grazie alle donazioni delle persone che ci hanno sostenuto e che continuano a sostenerci con il 5×1000 o le campagne di solidarietà che solitamente proponiamo a Natale e a Pasqua e da ultimo anche con lasciti testamentari», afferma Daniele Conti, direttore di AMRER.

“Siamo particolarmente grati ad AMRER per le possibilità che la donazione dell’apparecchiatura REMS ha offerto e per il supporto costante che assicura da anni alla Reumatologia, in termini concreti, come in questo caso, e di vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie” – ha dichiarato il Direttore generale Davide Fornaciari – “Ricevere il sostegno di un’associazione come questa è per noi fondamentale, ci sprona a fare sempre meglio. I nostri professionisti avvertono il prezioso investimento in termini di fiducia e stima nei loro confronti, del tutto meritato perché danno il massimo nell’assistenza e nella ricerca di sempre nuove possibilità di diagnosi e cura”.

Il macchinario con tecnologia REMS donato all’IRCCS Santa Maria Nuova di Reggio Emilia da AMRER (Associazione Malati Reumatici Emilia-Romagna), ha un valore di 47mila euro, ed è un investimento in prevenzione. Al momento, però, questa tecnologia, nonostante i suoi benefici documentati anche da più studi scientifici, non è ancora stata inserita nella nota 79 AIFA (che prevede le terapie e metodiche a carico del Servizio Sanitario Nazionale). L’auspico è quello che, nel prossimo aggiornamento, venga valorizzato anche questo strumento per il rischio di frattura ossea, affiancandosi in pieno diritto alla DEXA e semplificando il percorso pubblico dei pazienti.

 

















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