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Nasce a Modena il primo centro ricerca in Italia malattie rare del polmone

Questa settimana entrerà in funzione presso il Policlinico di Modena il nuovo Centro universitario interdipartimentale per lo studio e la cura delle malattie rare del polmone. La struttura, prima e unica nel suo genere in Italia, viene incontro a diffuse esigenze terapeutiche e di ricerca, che riguardano patologie con un’incidenza tra la popolazione pari o inferiore a 5 casi su 10mila persone.

Si tratta in genere di malattie per le quali la diagnosi e l’individuazione della terapia risultano particolarmente complicate e, per la maggior parte, dalla prognosi infausta: attualmente sono in cura e seguiti dalla Struttura complessa Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena circa 30 pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica, una patologia per la quale – allo stato delle conoscenze scientifiche – non esistono terapie efficaci e risolutive, a parte alcuni farmaci nuovi in via di sperimentazione, circa 50 pazienti che soffrono di sarcoidosi, mentre circa altri 20 pazienti sono colpiti da altre “malattie polmonari rare”, quali la linfangioleiomiomatosi, la granulomatosi a cellule di Langerhans, la polmonite interstiziale bronchiolocentrica, la proteinosi alveolare e l’enfisema da deficit di alfa-1-antitripsina.

Il fatto che il Centro nasca a Modena dipende da più fattori: “Nella nostra struttura ce ne occupiamo già da dieci anni – spiega il prof. Luca Richeldi, tra i promotori del centro –, inoltre per seguire questi pazienti serve un approccio multidisciplinare, e a Modena il nuovo centro è in grado di coinvolgere e ricevere collaborazione dal personale di sette dipartimenti, altamente qualificati. L’idea di sviluppare specifiche competenze in questo campo di ricerca ancora poco esplorato è nata, infatti, dalla proposta di 21 docenti della facoltà di Medicina e Chirurgia. I fondi saranno messi a disposizione, in prospettiva, dalla Regione Emilia-Romagna, assai interessata allo sviluppo del Centro, dall’Agenzia Italiana del Farmaco e dall’Unione Europea”.

La Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, diretta dal prof. Leonardo Fabbri, è infatti sede di numerosi trial randomizzati con farmaci sperimentali. In particolare, nel campo della fibrosi polmonare idiopatica sono al momento in corso 3 studi clinici prospettici, multicentrici, internazionali. La Clinica – poi – è già sede nazionale da 4 anni del Registro Italiano delle Pneumopatie Infiltrative Diffuse, al quale partecipano la maggior parte dei Centri che in Italia si occupano di malattie rare del polmone.

“La nascita del Centro – conferma il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena dottor Stefano Cencetti – segna un ulteriore tappa verso il consolidamento di quelle eccellenze che devono e vogliano caratterizzino questa struttura, eccellenze che vanno perseguite in ambito diagnostico e terapeutico per dare ai malati, anche ai più gravi, concrete speranze. E non c’è dubbio che in tanti casi queste speranze sono il frutto di una migliorata assistenza, ma anche e, sopratutto, del fitto lavoro di ricerca che va dispiegato per combattere le forme di patologia più oscure. Il nostro sostegno all’iniziativa va in questa direzione: non arrendersi di fronte ad alcuna malattia, ma mettere in condizione i sanitari migliori di potersi dedicare con alacrità a conoscerne e capirne l’eziologia ed approntare appropriate terapie”.

Anche le forme di tubercolosi multiresistenti od estremamente resistenti ai farmaci, MDR e XDR, di cui si è tanto parlato in tempi recenti, rientreranno nel campo d’azione del Centro modenese, centro che trae alimento dall’ intensa attività clinica e di ricerca svolte negli ultimi anni a Modena, e più significativamente presso il Policlinico, in collaborazione con la Clinica di Malattie Infettive.
Il prevedibile aumento della casistica, che seguirà all’entrata in funzione della struttura, consentirà la messa in atto di protocolli di ricerca clinica, dedicati ad esempio alle forme familiari delle patologie, che costituiscono modelli preziosi ai fini dell’acquisizione di conoscenze specifiche e più approfondite di queste malattie.

“Abbiamo appoggiato sin dall’inizio il progetto – ha commentato il Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi – perchè convinti sia della qualità del medesimo che della validità scientifica dei colleghi che lo hanno proposto. In particolare, l’esperienza maturata dal proponente, il prof. Luca Richeldi, consente di dare una prima risposta a quanti soffrono di malattie che presentano problemi diagnostici e terapeutici di estrema difficoltà e che, più di altri, potranno auspicabilmente trovare una soluzione dalla ricerca”.

Alla soddisfazione del Preside si è unito anche il Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Gian Carlo Pellacani per il quale “la creazione del Centro segna la precisa volontà dell’Ateneo di perseguire obiettivi alti nel campo della ricerca medica, in collegamento con le più prestigiose sedi internazionali, come in questo caso, con gli Usa, dove sono fortemente impegnati negli studi sulle cosiddette malattie rare. Il Centro, comunque, non va dimenticato consentirà anche ai nostri studenti di arricchirsi durante l’iter universitario delle conoscenze e delle scoperte più avanzate, restituendo alla comunità medici in possesso della preparazione più aggiornata”.

















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