Sei titolari di rivendite accusati di aver venduto dietro compenso schede telefoniche intestandole a persone ignare, sono stati denunciati dalla polizia di Sassuolo.
Le indagini sono scattate nell’aprile 2010, quando fu arrestato un albanese. I tabulati delle sue conversazioni al cellulare dimostrarono come l’utenza fosse in realtà intestata a un italiano che non ne era a conoscenza. A seguito di approfonditi accertamenti, si è potuto appurare l’esistenza di una vera e propria rete gestita da alcuni titolari di rivendite di schede telefoniche che, utilizzando documenti di ignari cittadini, rivendevano, dietro compenso, schede telefoniche a soggetti terzi che non avrebbero potuto sottoscrivere contratti con i gestori di telefonia mobile.
I punti vendita coinvolti si trovano a Sassuolo (Mo), Vignola (Mo) e Bologna. Sequestrati, nel corso dell’operazione, due personal computer e numerosi contratti di attivazione di schede telefoniche. Sei cittadini italiani, gestori dei punti vendita interessati dall’operazione, sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Modena per il reato di sostituzione di persona.