San Benedetto Val di Sambro ha commemorato anche quest’anno la Strage del Treno Rapido 904, avvenuta il 23 dicembre 1984, con una cerimonia intensa e partecipata presso la stazione ferroviaria, luogo simbolo di una ferita che ha segnato profondamente la comunità locale e l’intero Paese.
A distanza di oltre quarant’anni, la comunità si è stretta nel ricordo delle vittime innocenti dell’attentato terroristico-mafioso che colpì il Rapido 904 nella galleria dell’Appennino, causando la morte di 16 persone e il ferimento di oltre duecento passeggeri. Un attentato che avvenne a pochi giorni dal Natale, tradendo non solo vite umane, ma anche il senso più profondo di umanità, di condivisione e di speranza che caratterizza quel periodo dell’anno.
Nel suo discorso, il Sindaco Alessandro Santoni ha sottolineato come il ricordo non possa e non debba essere un atto rituale o formale, ma rappresenti un dovere morale e civile. Ricordare significa assumersi una responsabilità verso le vittime, verso le loro famiglie e verso le generazioni future. Dietro ogni numero, ha ricordato, c’è un volto, un nome, una storia interrotta: persone che viaggiavano per tornare a casa, per incontrare i propri affetti, portando con sé l’attesa semplice delle feste.
Un pensiero particolare è stato rivolto ai familiari delle vittime, rinnovando un abbraccio collettivo che, come ha affermato il Sindaco, non è mai venuto meno e non verrà mai meno. Il dolore delle famiglie è parte integrante della storia di San Benedetto Val di Sambro, una ferita che continua a essere sentita con rispetto, pudore e profonda partecipazione.
Accanto al ricordo e al dolore, il Sindaco ha voluto lanciare un messaggio forte rivolto ai giovani presenti. La memoria, ha spiegato, non è qualcosa da conservare in una teca, ma un testimone da trasmettere. È qualcosa di vivo, che cammina sulle gambe di chi viene dopo. La Strage del Rapido 904 non fu un incidente, ma un atto deliberato di violenza, un attacco allo Stato, alla convivenza civile e alla fiducia che tiene insieme una società.
“Partendo da questo insegnamento – dichiara il Sindaco Alessandro Santoni – è necessario richiamare l’attenzione sulle fragilità del tempo presente: un mondo cambiato, ma non meno violento, segnato da guerre, terrorismo, odio che corre sui social, radicalizzazione del linguaggio, disinformazione e delegittimazione delle istituzioni. Anche oggi, la democrazia continua ad essere attaccata non solo con le armi, ma anche con l’odio sistematico, la delegittimazione delle Istituzioni e delle forze dell’Ordine, l’indifferenza verso i più fragili e il disimpegno civile”.
Da qui l’appello alla responsabilità, parola chiave dell’intervento: responsabilità nelle parole, nei gesti, nel modo di guardare l’altro, soprattutto chi è diverso o la pensa diversamente. La libertà e la democrazia non sono mai scontate, ma vanno difese ogni giorno attraverso scelte quotidiane: studiare, informarsi, rispettare, partecipare, prendersi cura degli altri.
“San Benedetto Val di Sambro è una comunità segnata da questa tragedia – conclude il Sindaco – che ha scelto la legalità, la memoria, la solidarietà e che crede nel valore delle istituzioni democratiche e dell’educazione, continuando a coinvolgere le scuole e le nuove generazioni, insegnando loro che la violenza non è mai lo strumento giusto, né per attaccare, né per protestare; il terrorismo non vince, l’odio non costruisce futuro. Il futuro lo costruiscono le persone che scelgono la vita ogni giorno. Ecco dunque che affidiamo alla memoria della Strage del Rapido 904 il ruolo di bussola morale per la comunità: per essere più uniti, più giusti, più umani. Alle vittime l’eterno ricordo, alle famiglie la vicinanza, ai giovani l’affidamento, al futuro la responsabilità collettiva”.


