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Protezione Civile, ok all’aggiornamento del piano comunale a San Lazzaro di Savena

Il Consiglio Comunale di San Lazzaro, nella seduta di lunedì 15 dicembre, ha approvato l’aggiornamento del Piano Comunale di Protezione Civile, strumento strategico per la prevenzione e la gestione delle emergenze e per la tutela della popolazione, dell’ambiente e dei beni presenti sul territorio.

La revisione del Piano si è resa necessaria sia per recepire le nuove norme e linee guida nazionali e mettendolo in dialogo con i livelli di pianificazione regionali e della Città Metropolitana, sia alla luce delle gravi emergenze idrogeologiche che hanno interessato San Lazzaro nel biennio 2023-2024. Gli eventi alluvionali di maggio 2023 e di settembre-ottobre 2024 hanno rappresentato una prova concreta per il sistema locale di protezione civile: le risposte operative messe in campo hanno dimostrato l’efficacia dell’impianto pianificatorio, ma hanno anche evidenziato la necessità di aggiornare il documento, valorizzando l’esperienza maturata sul campo.

Il nuovo Piano presenta un quadro conoscitivo più aggiornato dei rischi, con cartografie riviste e integrate che tengono conto degli eventi recenti, in particolare per il rischio idraulico e idrogeologico, includendo anche il Rio Brolo alla Ponticella, e quello per la prevenzione degli incendi. Sono stati recepiti i dati delle stazioni idrometriche presenti sui torrenti Savena, Idice e Zena ed è stata aggiornata la Carta della Pericolosità. Rafforzata inoltre l’organizzazione del Centro Operativo Comunale (COC), con una più chiara definizione di ruoli, compiti e responsabilità dei diversi soggetti che compongono il Sistema locale di Protezione Civile. Particolare attenzione è stata dedicata alle fasce più fragili della popolazione, in un contesto territoriale in cui le persone con più di 80 anni rappresentano quasi il 10% dei residenti, molte delle quali seguite dai servizi sociali comunali e dall’Ausl. Il Piano aggiorna anche le procedure operative per i diversi scenari di rischio, disciplina le zone di atterraggio per elicotteri di soccorso e recepisce l’obbligo, per gli organizzatori di manifestazioni ed eventi, di predisporre specifici piani di emergenza safety e security. Un ruolo centrale è riconosciuto alle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile, il cui contributo è fondamentale sia nella fase di presidio del territorio sia nella gestione dei soccorsi, in stretta collaborazione con le strutture operative pubbliche. Il Piano valorizza il volontariato come componente essenziale del sistema, rafforzandone l’integrazione nelle procedure di intervento e nel coordinamento con il Comune. Tra le novità figura anche il potenziamento dei sistemi di allertamento alla popolazione, attraverso l’uso dell’Alert System comunale e l’integrazione con IT-alert nazionale, per garantire informazioni tempestive e capillari in caso di emergenza. Potenziata, inoltre, anche la parte del Piano dedicata alla prevenzione degli incendi e alla disponibilità di risorse idriche nel caso so dovesse verificare un’emergenza. A questo proposito è stato avviato un confronto tecnico con il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa e con il Comando Provinciale Vigili del Fuoco, per individuare punti dove installare nuovi idranti nelle zone a maggior rischio incendio.

“Le alluvioni che abbiamo subito nel 2023 nel 2024 hanno segnato profondamente il nostro territorio e la nostra comunità ma ci hanno anche permesso di testare sul campo procedure complesse e che meritavano un approfondimento particolare – dichiara la Vicesindaca e Assessora alla Protezione Civile Sara Bonafè –. Con questo aggiornamento rendiamo il nostro Piano di Protezione civile uno strumento ancora più concreto ed efficace, capace di valorizzare il lavoro delle strutture operative e del volontariato e di mettere al centro la sicurezza dei cittadini, rafforzando la prevenzione e la consapevolezza sui comportamenti corretti da adottare. Per questo nel 2026 avvieremo una campagna informativa per diffondere i contenuti del Piano tra i cittadini e promuovere una cultura diffusa dell’autoprotezione, che non devono riguardare solo gli addetti ai lavori ma tutta la comunità”.

 

 

 

 

















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