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Fp Cgil: aperto lo stato di agitazione del personale della Procura di Modena

Il sindacato Fp Cgil ha aperto formalmente lo stato di agitazione dei dipendenti della Procura della Repubblica di Modena per la mancanza di risposte da parte del Ministero della Giustizia sulla grave carenza di personale.

Sono attualmente 30 gli addetti in forza rispetto ai 45 previsti in pianta organica, di cui 2 in distacco presso altri uffici giudiziari che, non si sa se rientreranno presso questa Procura della Repubblica. Manca oltre il 40% dei lavoratori necessari. Si tratta di figure del personale amministrativo importanti per l’espletamento delle pratiche giudiziarie e dei processi, a cominciare dagli assistenti del Pubblico Ministero.

“Molta parte del personale ha un’età media elevata, ben oltre i 50 anni – spiegano le Rsu Fp Cgil Daniele Artioli, Roberta Camurati e Donatella Nizzoli – ciò comporta l’inevitabile ricorso ad un maggior utilizzo dei permessi in legge 104 (per l’assistenza ai familiari), ma anche maggiori assenze per problemi di salute”.

Per far fronte al lavoro, il personale in forza conta sull’ausilio di volontari pensionati che provengono da associazioni di ex carabinieri e forze dell’ordine. Inoltre, un aiuto è anche dato dal personale dalle sezioni di Polizia Giudiziaria che, essendo assorbito nelle segreterie del magistrato, non può però adempiere adeguatamente al proprio ruolo di PG.

“Gli uffici in centro storico sono frammentati e inadeguati alle esigenze di un ufficio giudiziario – aggiungono i lavoratori – sono poco funzionali per dimensioni, questo comporta grande dispendio di tempo e disagi al personale e all’utenza. Gli archivi sono esterni e distanti 4 km dai palazzi del centro storico”. Ancora: l’innovazione informatica, che si sta attuando, non è adeguatamente supportata dal punto di vista tecnico e formativo.

Già lo scorso 30 giugno si era svolta in forma di protesta pubblica, l’assemblea dei lavoratori davanti alla sede del Tribunale in corso Canalgrande a Modena (foto) per denunciare le gravi carenze di personale rispetto al numero dei procedimenti, l’assenza di progetti per reperire nuovo personale e l’utilizzo dei precari del Pnrr che, pur fondamentali nella riduzione dell’arretrato e dell’innovazione digitale e organizzativa, hanno un futuro ancora molto incerto rispetto alla stabilizzazione.

I lavoratori denunciano una condizione lavorativa inadeguata, la mancata risposta del Ministero della Giustizia a reperire nuovo personale amministrativo necessario per lo smaltimento delle pratiche e per dare ristoro al personale in servizio e per consentire di lavorare in modo congruo e fornire un adeguato servizio all’utenza.  Il personale attualmente in forza manifesta anche malessere lavorativo e un alto rischio di stress lavoro-correlato (come emerso dal questionario somministrato al personale) e la necessità di azioni correttive immediate.

L’incontro con la delegazione trattante di parte pubblica del 21 luglio non ha dato risposte idonee a colmare le carenze di personale. “Infatti, una delle soluzioni prospettate è l’impiego dei volontari del servizio civile nello svolgimento delle attività – spiega Veronica Marchesini della Fp Cgil Modena – ma si tratta di una soluzione che aggiunge solo precarietà e non risponde in modo strutturale al problema”.

E’ necessario avere maggiori incontri con tutti i lavoratori della Procura e le proprie rappresentanze in un’ottica costruttiva finalizzata al superamento delle problematiche.

“Siamo in attesa della convocazione in Prefettura – spiegano Veronica Marchesini della Fp Cgil, Daniele Artioli, Roberta Camurati e Donatella Nizzoli Rsu Fp Cgil – ci aspettiamo un impegno ancora più forte da parte del Ministero di Giustizia e una maggior condivisione di obbiettivi da parte dell’amministrazione. Così non si può andare avanti”.

 

















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