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Covid e disabilità: studio multicentrico e tesi di laurea

Una giovane fisiatra dell’Istituto di Montecatone ha presentato i dati preliminari di un progetto unico in Italia che l’ospedale si appresta a concludere

La manifestazione del Covid19 non è differente nelle persone con lesione midollare e, nella maggior parte dei pazienti, l’infezione da SARS-CoV-2 non è altro che un evento intercorrente che non peggiora l’esito funzionale finale: sono alcune delle importanti e interessanti conclusioni contenute nella tesi di laurea di Francesca Ciardulli, giovane fisiatra di Montecatone, che ha presentato i dati preliminari di un importante studio multicentrico – autofinanziato – che l’Istituto sta concludendo assieme all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria – Negrar di Verona e le aziende sanitarie universitarie Friuli Centrale di Udine e Careggi di Firenze su pazienti mielolesi di entrambi i sessi (maschi 82%, femmine 18%) di età media di poco superiore ai 59 anni.

«Lo studio – scrive Ciardulli – è nato per colmare le scarse evidenze in letteratura neuroriabilitativa; le risultanze preliminari attestano anche che il tasso di mortalità nei soggetti mielolesi è apparentemente superiore rispetto alla popolazione generale, fattispecie che andrà approfondita con ulteriori studi dalla maggior numerosità campionaria, e che non sono stati individuati, tra le manifestazioni del Covid19 fattori predittivi di un peggioramento funzionale, cosa che invece è avvenuta per le complicanze legate alla malattia».

Dallo studio, unico nel suo genere in Italia, emerge inoltre che circa la metà dei pazienti soggetti ha presentato almeno una complicanza legata all’infezione, la più frequente delle quali è stata la polmonite virale (35%), seguita dalla batteriemia nel 25%: una polmonite batterica è stata riscontrata nel 14% dei pazienti, mentre in 3 casi (5%) il quadro respiratorio si è complicato con un’Acute Respiratory Distress Syndrome (ARDS). In 5 pazienti si sono manifestati disturbi della coagulazione (9%), in 2 sono comparse complicanze cardiologiche (4%), mentre in un solo paziente si è verificato uno stroke ischemico cerebrale (2%).

Secondo Ciardulli i risultati della ricerca «potranno rivelarsi utili per una migliore gestione della terapia medico-riabilitativa delle persone mielolese, per la creazione di percorsi dedicati in ambito ospedaliero e per la pianificazione di risorse riabilitative nella fase successiva alla dimissione».

Questa ricerca potrà inoltre rappresentare una base per futuri studi, più mirati su specifici fattori di rischio e sui meccanismi causali dell’infezione da SARS-CoV-2.

 

 

 

















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