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Patrimonio dell’Umanità: l’Alma Mater celebra i cinquant’anni della Convenzione UNESCO

Cinquant’anni di siti patrimonio dell’umanità riconosciuti dall’UNESCO: beni di eccezionale valore universale, che in quanto tali vengono considerati come appartenenti non solo ai singoli stati in cui hanno sede, ma all’umanità intera. Oggi sono 1154 diffusi in 167 paesi del mondo. L’Italia è quello che ne conta di più: in tutto 58 siti riconosciuti, tra cui figurano i monumenti paleocristiani di Ravenna e i portici di Bologna (che includono anche i portici accademici di via Zamboni).

La nozione rivoluzionaria di patrimonio comune dell’umanità nasce nel 1972 con la firma della Convenzione UNESCO per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale. A cinquant’anni di distanza, l’Università di Bologna celebra ora questo anniversario con un ampio programma di iniziative, sia divulgative che scientifiche, co-progettato con le maggiori istituzioni del territorio – Regione, Soprintendenze e Comuni – e aperto all’intera cittadinanza (tutti i convegni saranno trasmessi in diretta streaming sul canale YouTube di Ateneo).

Sarà un grande evento Multicampus – diffuso su Bologna, Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini – intitolato “Patrimonio dell’Umanità. 50 anni dalla Convenzione UNESCO: riflessioni nei Campus dell’Alma Mater Studiorum”, che offrirà appuntamenti e incontri da ottobre a dicembre: un’occasione di dialogo sui molteplici aspetti della cultura del patrimonio.

Al Campus di Ravenna si parlerà di restauro, conservazione, valorizzazione e digitalizzazione del patrimonio, considerando anche l’aspetto architettonico; Rimini si occuperà di patrimonio dell’umanità, turismo e sostenibilità; Cesena si concentrerà su patrimonio naturale e paesaggio; Forlì coordinerà l’analisi sulla partecipazione della società civile alla tutela e valorizzazione del patrimonio e alla tutela della diversità culturale; a Bologna avranno invece luogo i lavori dedicati all’analisi giuridica della Convenzione del 1972 e del suo forte impatto pluridimensionale, insieme ai problemi e alle prospettive sul ruolo del management e dei software per la conservazione del patrimonio culturale.

Accanto ai convegni scientifici, inoltre, ci sarà un ricco programma di eventi di divulgazione, per coinvolgere direttamente la società sul tema del patrimonio culturale e della sua conservazione.

A chiudere le celebrazioni dell’Alma Mater per i cinquant’anni della Convenzione UNESCO sarà infine una grande Conferenza internazionale, in programma a Bologna nella primavera del 2023. Un momento di confronto per presentare i risultati emersi dai diversi Convegni diffusi nel Multicampus e per discuterli con i maggiori esperti sul tema e con le cariche istituzionali – italiane, europee, internazionali – più rappresentative per la gestione della Convenzione UNESCO del 1972.

 

 

















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