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Truffa online a conduzione familiare: tre frusinati denunciati dai carabinieri di Rubiera

L’inserzionista curava la pubblicazione degli annunci esca su noti siti internet portando avanti via telefono la trattativa, su di una utenza intestata fittiziamente alla mamma,  mentre l’amico “cassiere”, che aveva in uso la postepay, incassava il danaro delle “vendite fantasma” di smartphone di ultima generazione. In questo modo il terzetto di filibustieri dalle provincia di Frosinone ha raggirato anche un reggiano, che ha risposto all’annuncio concernente la vendita di uno smartphone – pagato 200 euro – senza vedersi consegnare quanto acquistato in quanto i tre,  incassato il danaro, sono spariti nel nulla. Per questo i carabinieri della stazione di Rubiera a cui la vittima, un operaio 20enne reggiano ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per concorso in truffa un 29enne e la madre di Ceccano (FR) e un 55enne amico di famiglia abitante a Frosinone.

Il primo è risultato l’autore dell’inserzione e colui che ha portato avanti la trattativa via telefono, il terzo l’utilizzatore materiale della postepay dove sono finiti i soldi, mentre la donna è risultata essere colei che ha attivato l’utenza telefonica dove è stata portata avanti la trattativa di vendita. Le indagini sono partite a seguito della denuncia presentata da un 20enne di Scandiano che aveva acquistato su un noto sito internet di annunci uno smartphone. Dopo aver intavolato via telefono la compravendita, riusciva a concludere l’acquisto del cellulare per un importo di 200 euro che versava secondo quanto pattuito sul conto indicatogli dal venditore. All’accredito dell’importo non è però corrisposta la consegna dello smartphone in quanto il venditore spariva nel nulla bidonando il malcapitato reggiano.

Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa il giovane si presentava ai carabinieri di Rubiera formalizzando la denuncia per truffa. Dopo una serie di riscontri tra l’utenza telefonica dove veniva intavolata la trattativa e la carta prepagata dove erano stati versati i soldi, i carabinieri catalizzavano le attenzioni investigative sugli odierni indagati nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa in concorso per la cui ipotesi di reato venivano denunciati.

 
















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