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Analisi Confcommercio sulla demografia d’impresa nelle 10 principali Città dell’Emilia Romagna

Confcommercio Emilia Romagna ha analizzato le dinamiche della demografia d’impresa del Commercio e del Turismo nelle dieci principali città della Regione, Capoluoghi di Provincia e Cesena, negli anni dal 2008 al 2018. Sono stati elaborati dati forniti dal Centro Studi di Confcommercio nazionale con il contributo di Si.Camera (Agenzia delle Camere di Commercio).

In dettaglio, è stato analizzato l’andamento dello stock:

  • degli esercizi al dettaglio di 13 categorie merceologiche (tra cui alimentari, rivendite tabacchi, farmacie, carburanti, computer, telefonia, libri, giocattoli, tessili, abbigliamento, ferramenta, mobili, commercio ambulante);
  • degli alberghi e delle attività di ristorazione.

In generale si segnala che a fronte di un numero totale pressoché costante di imprese (da 27.592 del 2008 a 27.207 del 2018, con un saldo negativo di 385) si registra un sensibile calo numerico delle imprese afferenti il commercio al dettaglio, pari a circa un -9% ovvero -1.566 imprese, ed un contestuale aumento di alberghi (+15,2% nei centri storici) e di bar e ristoranti (+14,4% nei centri storici) per un aumento numerico complessivo di 147 alberghi e di 1.034 bar e ristoranti.

Si stima che il 70/80% della riduzione del numero totale di negozi nei centri storici delle 10 Città considerate sia attribuibile a razionalizzazione e scelte imprenditoriali relative all’insufficiente redditività e alla competizione di commercio elettronico, centri commerciali, parchi commerciali e outlet.

“Le attività economiche sono determinanti per la qualità del vivere urbano. – dichiara Enrico Postacchini, Presidente di Confcommercio Emilia Romagna – Esse valorizzano le diversità tra territori e parti di città e offrono servizi a residenti e turisti, apportando linfa vitale agli spazi urbani e ai territori ove sono localizzate e favorendo lo sviluppo equilibrato e plurale del sistema commerciale.”

“Riteniamo inoltre che la valutazione dello “stato di salute” del comparto – prosegue Postacchini – debba incidere sulle strategie di gestione della domanda di mobilità in ambito urbano, con particolare riguardo all’ampliamento delle ZTL. Alcune disposizioni del PAIR 2020, ed in particolare la previsione di estendere entro il 2020 al 100% dei centri storici le Zone a Traffico Limitato, destano particolare preoccupazione.”

“L’attuale fragilità strutturale del commercio di vicinato – conclude Postacchini – impone da parte degli Amministratori pubblici un approccio consapevole e condiviso che sappia coniugare le esigenze di una mobilità sempre più sostenibile con le esigenze del lavoro e dell’impresa”.

 

















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