Ci sono quelli della Famiglia Pavironica: Sandrone, la Pulonia e Sgorghiguelo. Non mancano il dottor Balanzone e Sganapino, anche loro star della tradizione dei burattini emiliani. E nella lista figurano principesse, draghi, lo scheletro di Merlino, arcidiavoli, nobili e popolani, Amleto e perfino Craxi ed Enrico Berlinguer. Comprende 304 burattini, marionette, pupi e teste singole – i pezzi più antichi sono settecenteschi – 115 scenografie, 37 oggetti di scena e 10 libri il Fondo di burattini Cesare Maletti, che sarà ceduto in comodato gratuito, a durata illimitata, ai Musei civici di Modena che si impegnano alla sua conservazione, fruibilità e valorizzazione con iniziative culturali ed espositive.
La delibera relativa al comodato è stata approvata nei giorni scorsi dalla Giunta comunale di Modena su proposta dell’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza.
Il Fondo Cesare Maletti è di proprietà comune e indivisa delle Province di Modena e di Reggio Emilia e dei Comuni di Rubiera, Campogalliano e Modena. I Musei del Comune di Modena, per parte loro, hanno tra le funzioni istituzionali lo studio del patrimonio di beni artistici e storici ad essi affidato, con impegno anche sulla salvaguardia della tradizione teatrale. E si sono resi disponibili a custodire e valorizzare con la massima cura il fondo di burattini Cesare Maletti nell’ambito delle proprie finalità culturali e istituzionali.
La collezione di burattini è stata creata nel tempo da Cesare Maletti (1929-1992) burattinaio ed erede, coi fratelli, di una storica famiglia di burattinai modenesi. Incorpora anche materiali appartenuti ad altre famiglie e compagnie di varie regioni d’Italia. Non mancano le scuole emiliane, soprattutto modenesi e bolognesi, dai Preti ai Cuccoli a Mazzoni. Significativi i burattini “autocaricaturali” dei burattinai stessi Cesare Maletti e Francesco Campogalliani, quest’ultimo discendente della storica famiglia di burattinai al cui capostipite Luigi Rimini Campogalliani si deve a fine ‘700 la nascita di Sandrone, prima “testa di legno” poi attore in carne ed ossa.
Il contratto di comodato gratuito sarà formalmente comunicato all’Ibc (Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia – Romagna), che annovera la Collezione Maletti nel Patrimonio culturale regionale.