I libri e le idee di Tommaso Giartosio saranno al centro del prossimo appuntamento di Autori in prestito. Lo scrittore, conduttore dello storico programma radiofonico pomeridiano Faherenheit su RadioTre, sabato 4 novembre (ore 17.30) sarà ospite della Biblioteca Sognalibro di Casalgrande per raccontare le letture, le musiche e i film della sua vita.
Scrittore, saggista e conduttore radiofonico, Tommaso Giartosio è nato a Roma nel 1963. Il suo primo libro, Doppio ritratto (Fazi Editore, 1998) ha vinto il Premio Bagutta Opera Prima. Ha scritto numerosi racconti e interventi in riviste, tra le quali “Accattone”, “il Manifesto”, “Lo sciacallo” e “Nuovi Argomenti” e in antologie, tra le quali Men on men (Mondadori, 2002), Bloody Europe! (Playground, 2004) e I racconti del capanno (DeriveApprodi, 2006). Ha curato opere di Christopher Isherwood, William Makepeace Thackeray e Nathaniel Hawthorne. È uno dei conduttori del programma “Fahrenheit” di Rai Radio 3. Ha scritto saggi a tematica omosessuale raccolti in Perché non possiamo non dirci (Feltrinelli, 2004) e La città e l’isola (Donzelli, 2006). Padre di due figli avuti con il compagno attraverso una gestazione per altri, è portavoce dell’associazione “Famiglie Arcobaleno”.
Questo appuntamento fa parte della seconda parte della rassegna Autori in prestito (la prima terminò nel mese di agosto) – realizzata dall’Arci di Reggio Emilia, sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna e da sedici comuni della provincia di Reggio – prosegue nel solco già inaugurato e avrà per titolo “La licenza poetica”. «Da qualche anno – spiega Paolo Nori – con l’Arci di Reggio Emilia, facciamo una rassegna che si chiama Autori in prestito ma che tutti gli anni ha anche un altro nome, ed è una rassegna alla quale invitiamo della gente che ci sembra che abbia delle cose da dire a raccontarci l’incontro con i libri, i film, i quadri, le musiche della loro vita. Quest’anno la rassegna si chiamerà La licenza poetica perché, qualche mese fa, ero a Firenze, una ragazza che si chiama Cassandra mi ha detto che lei, una volta, aveva letto a un bambino una poesia di Gianni Rodari e in questa poesia c’era scritto “Ma però”, e il bambino le aveva che ma però non si può dire, e lei aveva detto “Eh, ma Rodari, è un poeta, ha la licenza poetica”, e il bambino ci aveva pensato un po’ poi le aveva chiesto “E quanto costa, questa licenza?”, allora la gente che chiamiamo quest’anno alla fine dovrà anche rispondere a questa domanda: quanto costa, questa licenza?».