Si terrà domenica 4 giugno, a partire dalle 10 presso la sala consiliare del Castello di Formigine, un convegno internazionale sulle amarene, organizzato dalle Università di Bologna e Modena-Reggio Emilia e dall’Accademia nazionale di agricoltura.
Il motivo della scelta di Formigine per l’importante meeting che farà incontrare i più autorevoli esperti del settore, è la recente sperimentazione, presso la tenuta Ca’ del Rio di Casinalbo, di modelli d’impianto industriali per la coltivazione delle amarene già collaudati in Italia e in Europa nella viti-frutticoltura meccanizzata.
Proprio la tenuta Ca’ del Rio di Casinalbo sarà la suggestiva ambientazione, nel pomeriggio, per la festa contadina organizzata dalla Pro loco di Formigine, con giochi di una volta, passeggiata tra i filari e merenda a base del piccolo frutto dalle grandi potenzialità.
Sì perchè, come afferma Stefano Lugli, agronomo dell’Università di Bologna: “Oltre a fare il punto della situazione su tecniche di coltivazione all’avanguardia con un ospite speciale, il professor Ronal Perry della Michigan State University, nel convegno parleremo anche delle proprietà del frutto di amarena, un prezioso alleato per la salute, un alimento funzionale dalle interessanti capacità nutrizionali ed in grado di apportare all’organismo molteplici benefici”. Di questo, relazionerà in particolare la professoressa Maria Plessi del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia, la quale illustrerà anche le ricerche che evidenziano come le amarene, rispetto alla più diffusa ciliegia, contengano mediamente minori quantità di zuccheri e più vitamina A, betacarotene e sostanze fenoliche.
Ma non tutti sanno che la storia delle amarene affonda le sue radici nel territorio pedecollinare tra Modena e la collina. Numerose testimonianze storiche ci parlano di questa pianta in angoli soleggiati dei broli di case rurali o, persino, nei giardini delle abitazioni di periferia. A ben pensarci, ogni modenese ha in casa una di queste testimonianze, tramandata di decennio in decennio, di rezdora in rezdora, in ricette per preparare in casa gustose confetture e prelibati dolci partendo dalle amarene raccolte mature dall’albero di casa… quando ancora il km 0 non esisteva!
Come ricorderà il professor Rino Ghelfi del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna: “Queste testimonianze inquadrano quel legame storico con il territorio sfociato nel riconoscimento del marchio IGP per la confettura di amarene brusche di Modena, primo marchio attribuito ad una referenza ortofrutticola trasformata. Il Consorzio, attualmente, movimenta il 50% circa dei volumi di amarene prodotte in Italia”.
Anche Formigine ha trovato le sue testimonianze storiche, grazie all’appassionata ricerca del signor Giuseppe Corradini dell’associazione di Storia Locale E. Zanni, il quale ha scovato negli archivi della famiglia Ferrarini manoscritti della seconda metà dell’ ‘800 che parlano della conservazione delle amarene e di una buonissima torta.
Al convegno saranno presenti anche il sindaco Maria Costi, l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli, il consigliere provinciale Gian Domenico Tomei. La stampa internazionale è rappresenta da Lisa Bellocchi, vicepresidente della Rete europea dei giornalisti agricoli. Il convegno sarà moderato dal professor Cesare Intrieri.