In questo anno di attività, Casa Corsini, il centro del Comune di Fiorano Modenese, realizzato in un’antica casa colonica ristrutturata nel centro di Spezzano come luogo polifunzionale, centro civico, spazio giovani e sede di associazioni, ha sviluppato in particolare il ruolo di fablab e cooworking, con una attività costante e il coinvolgimento di imprese, associazioni, istituti scolastici.
Fra gli altri, è stato la sede di incontro, condivisione e sviluppo di ‘Acquaponica Open Control’, nome provvisorio di un progetto di agricoltura sostenibile e di tecnologia Internet of Things, che ha mosso i primi passi nell’estate del 2016, quando il maker e imprenditore Simone Venturini, della Nutritech, ha bussato alle porte di Casa Corsini proponendo un progetto fortemente innovativo che trovava un suo valore aggiunto nella condivisione della conoscenza e delle competenze tecnologiche necessarie al suo sviluppo. Ognuno portando la sua esperienza, la sua scienza e/o il suo entusiasmo, si sono aggiunti il maker Luca Bazzucchi, la project manager del FabLab di Casa Corsini Caterina Bonora, il referente per il Comune di Fiorano Modenese Doriano Dalpiaz, Denis Bulgarelli della Fishfan, il consulente aziendale in elettronica e maker Davide Gariselli, Mauro Pula dell’Irci, Michele Seeber e Fabio terzi della Delprosens, Alessio Reggiani della Archimede, Alberto Trentadue di Agillo Ty. Andrebbe aggiunta nel team la stessa Casa Corsini, unanimemente considerata dai protagonisti del progetto un luogo accogliente, stimolante, non costrittivo, con un giusto ruolo del comune, capace di accompagnare senza limitare o indirizzare
Da questa ‘chiamata’ alla community del FabLab è cresciuto nei mesi un progetto di sistema acquaponico, che vede l’antico sistema di scambio tra cultura idroponica e acquacoltura arricchito da un motore di sensori collegati ad un sito web, per il monitoraggio in tempo reale dei parametri vitali dei pesci e delle piante.
Tradotto in parole povere consente di allevare in un acquario, anche nella propria casa, dei pesci le cui deiezioni alimentano verdure, ortaggi o prodotti dell’orto, che a loro volta depurano l’acqua per i pesci. Consente cioè di produrre pesce e verdura biologici in un’ottica di sostenibilità ambientale, da destinare all’autoconsumo accessibile alle famiglie in opensource e al mercato.
Il progetto, in questo caso, ottiene risultati interessanti come obiettivo, come metodo, come modo nuovo di essere e fare imprenditoria. Accorpa in sé infatti una parte open source, che può crescere ed essere migliorata da chiunque voglia in tutto il mondo (i file saranno pubblicati sul portale di progettazione condivisa GitHub, sul profilo del FabLab Casa Corsini) e una parte più declinata all’acquaponica, che è oggetto di studio e di ricerca da parte dei professionisti e delle imprese coinvolte man mano. Obiettivo è l’ottimizzazione del motore di controllo e delle notifiche dei dati, e dell’abbattimento dei costi del modulo, pensato per un utilizzo domestico alla portata di tutti, per l’autoproduzione sostenibile di cibo (verdura, frutta, pesce).
Durante questi mesi di ricerca e sviluppo, sono emerse delle potenzialità di trasformazione in un vero e proprio prodotto e in questo il FabLab di Casa Corsini, oltre a confermarsi come punto di riferimento per chi cerca una community di sviluppo, una casa per la ricerca tecnologica ad alto impatto sociale e innovativo, prosegue sulla strada di empowerment professionale, di hub di competenze, di interesse per le imprese del territorio.
Il FabLab coordina il progetto, fornendo professionalità e spazi, coinvolgendo i maker, operando un team building positivo: ha dato “casa” al progetto, fornendo una vetrina di visibilità e favorendo la crescita progettuale anche in quanto partner istituzionale. Si è venuta a creare in tal modo un’ecologia di sistema sostenibile e fruttuosa.
Una parte della progettualità destinata a risolvere le mille esigenze del progetto può a suo volta essere il punto di partenza per lo sviluppo o l’utilizzo in diverse altre applicazioni. Ma per questo è nato il Fablab.
Terminata una prima fase open source, infatti il Progetto Acquaponica si addentra in una seconda fase in cui la parte open sarà affiancata dallo sviluppo proprietario. Il FabLab supporterà i professionisti e le imprese di riferimento nello sviluppo del progetto, pur continuando a rilanciare sulla parte aperta, che può avere applicazioni svariate, sia per progetti di monitoraggio ambientale sia per formazione e divulgazione sui temi della nutrizione, della sensoristica, della biologia, dell’IoT, coinvolgendo in particolare cittadini e scuole del territorio.