“Tutto quadra – Pittura dal 900 a oggi nelle collezioni dei Musei” – in mostra a Reggio Emilia, inaugurazione sabato 3 dicembre alle ore 18,30 – è la prima tappa del progetto Prove generali di Museo, che accompagnerà la definizione di nuovi contenuti e i riallestimenti del Palazzo dei Musei, fino al 2018.
Il Palazzo dei Musei è negli anni recenti al centro di una nuova ideazione progettuale curata dell’architetto Italo Rota, che genera sia nuovi contenuti culturali aperti alla contemporaneità, alla creatività e al futuro con azioni di partecipazione della comunità, sia la rilettura e il riallestimento degli spazi e la conservazione e valorizzazione delle collezioni storiche. Ora, Tutto quadra vuole sottolineare al pubblico e agli artisti la vocazione all’arte contemporanea del polo museale.
Il progetto e la mostra sono stati stati presentati stamani in una conferenza stampa nello spazio Agorà dello stesso Palazzo dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, insieme con il direttore del Musei Civici Elisabetta Farioli e il direttore dell’Area innovazione e competitività del Comune di Reggio Emilia Massimo Magnani.
“Si profilano – spiega il sindaco Luca Vecchi – nuove e importanti tappe per lo sviluppo del sistema museale cittadino e in particolare per Palazzo dei Musei. Il 2017 vedrà infatti l’attuazione di un nuovo stralcio del progetto di restauro, curato dall’architetto Italo Rota, che consentirà il riallestimento del piano secondo, con la ridefinizione dei percorsi museali delle collezioni archeologiche e artistiche e la generale revisione dell’articolazione degli spazi laboratorio, dedicati non solo alle attività rivolte alle scuole, ma direttamente collegati ai progetti di sviluppo della città nell’ambito dell’innovazione e dello sviluppo dei talenti.
“L’ampliamento degli spazi per esposizioni e servizi, la sempre maggiore attrattività dell’edificio, rafforzato nella sua centralità urbana dal completamento dei lavori di piazza della Vittoria ormai consolidata nel suo ruolo di piazza della cultura della città – prosegue il sindaco – consentiranno alla principale sede museale di Reggio Emilia una sempre maggiore capacità di coinvolgere un pubblico non solo cittadino. E’ tempo di esplorare con convinzione le possibilità di attirare a Reggio Emilia presenze da altre città, in una prospettiva più ampia e diversificata rispetto alle collaudate tipologie del turismo di massa, perseguendo più raffinate strategie di coinvolgimento, che partono dall’analisi delle peculiarità che nei più diversi ambiti distinguono l’eccellenza della città. A tutti gli artisti presenti in mostra va dunque il nostro ringraziamento per avere contribuito ad arricchire il nostro immaginario di nuove visioni, intuizioni e pensieri, di cui il museo sempre sarà custode ma anche dinamico animatore.
“L’esperienza espositiva di Prove generali di Museo, aperta ai contributi di privati e imprese attraverso l’Art Bonus e forme di sponsorizzazione – conclude il sindaco – appartiene dunque a una precisa strategia di valorizzazione e propone il Palazzo dei Musei quale punto di riferimento per gli artisti della città”.
Il sindaco ha inoltre sottolineato che la seconda fase di lavori al Palazzo dei Musei è un passaggio importante del ‘pacchetto’ complessivo di investimenti per la cultura del 2017, che include interventi anche alla Biblioteca Panizzi e ai Chiostri di San Pietro, oltre al nuovo percorso di Palazzo Magnani quale fondazione culturale della città, “in un quadro di valorizzazione del sistema culturale che non ha precedenti”.
“Per essere di tutti, il Palazzo dei Musei dev’essere anche attrattivo e sappiamo che per essere attrattivi serve essere unici – ha detto l’architetto Magnani – Obiettivo del progetto è quindi valorizzare, proporre, evidenziare le nostre unicità, la nostra identità di città e comunità, a cominciare dalla storia, attraverso ad esempio il patrimonio archeologico. Ma anche con l’utilizzo innovativo di spazi, tecnologie e laboratori in grado di coinvolgere non solo il mondo scolastico, come già oggi avviene in maniera estremamente positiva, ma anche altre fasce di età e aree di interesse, e siano in grado di raccontare i musei, a cominciare dalle modalità di restauro e fino ai contenuti delle collezioni. In tal senso, la presenza delle collezioni museali reggiane su Google Art è un’operazione recente che va nella direzione della diffusione e conoscenza del nostro patrimonio. Sono aspetti che troveranno spazio nella realizzazione del secondo stralcio dei lavori al Palazzo dei Musei. Pensiamo a musei che siano luoghi di ispirazione, cioè assolvano alla vocazione e alla funzione che è insita nel nome stesso: museo è luogo delle Muse, cioè luogo di ispirazione”. La fine dei lavori del secondo stralcio, con un investimento di circa 1,2 milioni di euro, è prevista nel 2018.
IL PROGETTO E I PRECEDENTI – Proseguendo nella filosofia che ha portato, dal 2010, con il coinvolgimento della città, alla costruzione di una nuova idea di museo – attraverso le tappe L’amore ci dividerà (2010), Gli oggetti ci parlano (2012), Le stanze del tempo (2013), For Inspiration Only (2014), NOI/Us Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane (2015) – Tutto quadra introduce dunque la seconda fase della riqualificazione degli spazi di Palazzo dei Musei.
Il procedere dell’iter progettuale e l’avvio del cantiere saranno accompagnati dal progetto espositivo Prove generali di Museo che, all’ultimo piano del Palazzo, permetterà di seguire il processo che porterà alle scelte museologiche, a partire dalla presentazione della consistenza del patrimonio e dalla sperimentazione delle diverse possibilità di approccio.
Sarà in definitiva una sorta di ‘emersione’ del grande patrimonio museale, con allestimenti dedicati fra l’altro ad altre epoche pittoriche e al patrimonio archeologico – è prevista fra l’altro il prossimo gennaio una mostra dei reperti archeologici scoperti durante i lavori di riqualificazione in centro storico negli ultimi cinque anni – seguendo l’evoluzione dei riallestimenti degli spazi espositivi di volta in volta toccati dai lavori.
LA MOSTRA – In Tutto quadra, 500 dipinti provenienti dai depositi dei Musei Civici di Reggio Emilia vengono presentati in una spettacolare esposizione, allestita nella Manica Lunga progettata nel 2014 dallo stesso Italo Rota, che diventa una inedita esplorazione del patrimonio conservato dall’istituzione culturale e l’annuncio che Palazzo dei Musei diventerà anche un museo d’arte contemporanea.
Si tratta di oltre 600 metri quadrati di superfici – tele, tavole, compensati, preparazioni in gesso, carte, plexiglas oltre a dipinti ad olio, a fresco, acrilico, anilina, nitro, pastello, carboncino – in un arco cronologico che va dal 1929, data dell’inaugurazione della Pinacoteca Fontanesi all’interno del palazzo, ad oggi.
Sono 146 gli artisti coinvolti – il più anziano nato nel 1874, la più giovane nel 1986 – in un percorso che si collega all’evoluzione dell’arte e della pittura dagli anni Trenta a oggi, tra avanzamenti e resistenze, ispirazioni e ripetizioni, inclinazioni personali e mode: uno spaccato vivido di arte ma anche di antropologia culturale e tendenze.
Fra gli artisti più noti, senza nulla togliere ai meno noti non per questo meno interessanti, vi sono: Davide Benati, Vittorio Cavicchioni, Giovanni Costetti, Ottorino Davoli, Rina Ferri, Omar Galliani, Gino Gandini, Marco Gerra, Franco Guerzoni, Virgilio Guidi, Antonio Ligabue, Pompilio Mandelli, Enzo Mari, Renato Marino Mazzacurati, Aldo Mondino, Claudio Parmiggiani, Vivaldo Poli, Gianni Ruspaggiari. Nino Squarza, Wal, Cesare Zavattini (in allegato l’elenco completo).
“Il criterio espositivo scelto è molto semplice, tipicamente museale, organizzato secondo la rigida griglia della cronologia – spiega Elisabetta Farioli, direttore dei Musei Civici – La linea del tempo scandisce infatti l’apparente accumulo dell’allestimento, ma accetta i continui slittamenti imposti dalle necessità della collezione. L’ obiettivo è stato quello di rappresentare l’integrità del patrimonio della collezione; a volte si sono imposte selezioni anche molto drastiche, dovute all’insufficienza degli spazi rispetto al volume delle opere, ma si è difeso il criterio di rappresentare tutti gli artisti. Abbiamo evidenziato quelle che ci sembravano le mancanze più evidenti al nostro racconto, altre potranno essere segnalate dal pubblico, nella speranza anche di nuove donazioni. Ne esce confermato il forte contributo offerto da artisti e collezionisti alla collezione che è anche specchio della storia dell’attività espositiva della città”.
Evitando gerarchie visive, l’allestimento crea una inedita e sorprendente macchina scenica, in apparenza ‘sospesa nel vuoto’. Lo spazio museale, persa ogni neutralità, si avvicina all’immaginario della realtà contemporanea e la pittura si riscopre, ancora una volta, come possibilità per l’oggi.
Curata da Alessandro Gazzotti – “un nostro operatore, il che sottolinea la volontà di valorizzare le ottime competenze interne a nostra disposizione”, ha sottolineato Farioli – la mostra è concepita “secondo le modalità allestitive del grande salone ottocentesco da museo” e si configura come un temporary museum: una mostra molto ampia e di lunga durata – si prevede almeno sino al prossimo agosto – cioè un tempo più lungo rispetto a quello consueto di una mostra.
Le possibilità del digitale consentono inoltre a ogni visitatore di creare una propria collezione di immagini: la bacheca Pinterest diventa un personalissimo cahier d’exposition. Lo spazio Studiolo, con i cataloghi e i manifesti delle mostre prodotte dai musei, rappresenta l’eloquente backstage di come si forma una collezione, ma anche monito al diritto-dovere della ricerca.
MECENATI PER I MUSEI – Il rilancio del Palazzo dei Musei e degli altri poli della rete dei Musei Civici di Reggio Emilia è accompagnato da uno specifico progetto di promozione volto al coinvolgimento di privati, associazioni, imprese invitati a sostenere il potenziamento delle attività e i futuri progetti dei musei. Accanto alla consueta formula della sponsorizzazione, sono state attivate singole azioni inserite nel più ampio progetto governativo Art Bonus promosso dal Mibact – Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, che consente alle erogazioni liberali un significativo beneficio fiscale e un ampio ventaglio di opportunità.
Gli interventi proposti vanno dal restauro del patrimonio, all’adeguamento delle sedi storiche, al sostegno delle attività culturali e didattiche della più antica istituzione museale della città. La partecipazione al sostegno dei Musei diventa anche un gesto di fattiva collaborazione che, nello stimolare il protagonismo dei singoli, rafforza il senso di appartenenza alla comunità.
LA RETE DEI MUSEI CIVICI DI REGGIO EMILIA: LUOGHI, ATTIVITÀ E VISITATORI – La rete museale civica di Reggio Emilia nel 2015 ha prodotto 464 eventi, 27 mostre, 22.200 partecipanti ad attività didattiche, 108.200 visitatori complessivi, 54.000 presenze al Palazzo dei Musei.
Il sistema di collezioni, luoghi storici e sale espositive proposto dai Musei Civici di Reggio Emilia ha accompagnato nel tempo la formazione dell’identità culturale dei reggiani.
Nei Musei si trovano documentate e valorizzate le memorie della natura, dell’archeologia, dell’arte e della storia dell’intero territorio provinciale, in una panoramica che si allarga ai cinque continenti e include importanti rassegne e mostre annuali, quali quelle di Fotografia Europea.
Collezioni che vanno dal Paleolitico ai nostri giorni presentate in cinque sedi museali (Palazzo dei Musei, Galleria Parmeggiani, Museo del Tricolore, Museo di storia della Psichiatria, Museo del Tempio della Beata Vergine della Ghiara), due sedi monumentali (Sinagoga, Mauriziano), una sede destinata ai laboratori, alla creatività, all’innovazione, alle mostre (Chiostri di San Pietro), la Biblioteca delle Arti dedicata all’arte e all’archeologia. Un patrimonio di opere ed edifici che è cresciuto in numerosi decenni, aggiornando continuamente le proposte, e il cui primo nucleo inizia più di 200 anni fa.
IL PALAZZO DEI MUSEI – Il più antico nucleo delle collezioni dei Musei Civici di Reggio Emilia nasce nel 1799 con l’acquisizione, da parte della città, della collezione privata dell’illustre scienziato Lazzaro Spallanzani. La raccolta, conservata integra nella sua consistenza settecentesca, dal 1830 è collocata nelle sale di Palazzo dei Musei. Nel 1862, grazie al lavoro del sacerdote Gaetano Chierici, uno dei padri della Paletnologia moderna, nasce il Museo di storia patria. A queste importanti collezioni storiche, preziosa testimonianza della scienza e della museologia, si sono poi collegate collezioni e raccolte che spaziano dalle scienze naturali all’archeologia, alla storia, alle arti figurative. L’esposizione dei materiali ha comportato la progressiva occupazione dell’intero edificio, sorto nel Medioevo come convento francescano.
Con l’inaugurazione dell’ultimo piano di Palazzo dei Musei nel 2014, è iniziata una nuova fase di sviluppo, da cui deriva un riposizionamento dei Musei nel contesto delle politiche della città. I Musei sono il luogo dove l’incontro, l’interpretazione e la narrazione del territorio producono sguardo e pensiero critico attraverso il costante rapporto tra tradizione e innovazione. Nuovi allestimenti, nuovi laboratori aperti alla ricerca e alla sperimentazione fanno dei Musei un hub privilegiato, in grado di intercettare e mettere a sistema le energie della città, creando un ponte tra ispirazione e mondo produttivo.
L’intervento di restauro, curato dall’architetto Italo Rota, ha valorizzato le collezioni storiche e creato nuovi spazi di grande suggestione al piano terra e al piano terzo destinati alla realizzazione di allestimenti innovativi, in cui i materiali dei musei diventano fonti di ispirazione per la creatività contemporanea. Nel 2017 sarà avviato un nuovo cantiere che ridisegnerà gli spazi del piano secondo con il riallestimento delle collezioni archeologiche e artistiche e la creazione di un sistema integrato di laboratori.