Via libera dalla Regione alla fusione di 16 Comuni in Emilia-Romagna: Mondaino, Montegridolfo e Saludecio nel riminese; Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice nel bolognese; Mirabello e Sant’Agostino nel ferrarese; Campegine, Gattatico e Sant’Ilario d’Enza in provincia di Reggio Emilia; Bettola, Farini e Ferriere, da un lato, e Ponte dell’Olio e Vigolzone, dall’altro,nel piacentino.
L’Assemblea legislativa ha votato oggi a favore dell’indizione dei referendum consultivi della popolazione interessata, che si terranno in autunno.
Alla delibera approvata oggi farà seguito, entro 10 giorni, il decreto del presidente della Giunta regionale di indizione della consultazione popolare. Ciascuna proposta referendaria si comporrà di due quesiti: uno relativo all’istituzione del nuovo Comune unico mediante fusione di quelli preesistenti e uno per decidere il nome del nuovo Ente.
I nuovi Comuni, una volta nati, potranno beneficiare – dall’anno dell’istituzione e per 15 anni – di contributi statali e regionali: 8,5 milioni di euro per il nuovo Comune nato da fusione a Rimini; 11,2 milioni a Bologna; 10,8 milioni a Ferrara; 19,3 milioni di euro a Reggio Emilia e 20,7 complessivi per i due nuovi Comuni unici a Piacenza.
“Oggi facciamo un altro importante passo avanti nel processo di semplificazione e riorganizzazione dell’Emilia-Romagna”, ha sottolineato l’assessore regionale a Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti. “Dei 16 Comuni coinvolti e che, se i cittadini saranno d’accordo, potrebbero diventare 6, ben 12 hanno meno di 5.000 abitanti, 6 sono sotto i 3.000. Questi nuovi progetti di fusioni rappresentano dunque un’opportunità significativa per proseguire nel superamento dei problemi legati all’eccessiva frammentazione amministrativa e per migliorare l’organizzazione e la gestione dei servizi comunali per i cittadini e le imprese”.
La Regione, ha ricordato Petitti, “si sta sempre più impegnando nell’affiancamento dei Comuni intenzionati a percorrere la strada della fusione: accompagnando le analisi di fattibilità, sostenendo i percorsi di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, promuovendo le attività dell’Osservatorio regionale come sede di raccordo tra tutti gli interlocutori istituzionali che devono gestire i processi di fusione. E per favorire questi percorsi la Giunta ha deciso di intervenire anche con un progetto di legge, che ha appena iniziato il suo iter in commissione, che semplificherà ulteriormente le procedure delle fusioni per dare nuove opportunità ai Comuni”.
Le fusioni in Emilia-Romagna.
I 6 progetti di legge di fusione giunti in Assemblea legislativa interessano complessivamente 16 Comuni appartenenti alla Città metropolitana di Bologna e alle 4 province di Rimini, Ferrara, Reggio Emilia e Piacenza (per quest’ultima i progetti di fusione sono due); coinvolgono una popolazione totale di oltre 60.000 residenti (61.620).
Il numero dei Comuni dell’Emilia-Romagna che dall’inizio del 2016 è pari a 334 (grazie alle 8 fusioni finora concluse, 4 nel 2014 ed altre 4 dal 2016) potrebbe quindi ulteriormente decrescere a conclusione dei percorsi di fusione in atto.
I vantaggi economici delle fusioni.
Le nuove 6 fusioni in totale beneficerebbero – dall’anno della loro istituzione e per 15 anni – di 70,8 milioni complessivi.
Tali contributi si aggiungeranno, senza intaccarli, a quelli già oggi riconosciuti alle 8 fusioni attivate dal 2014 e dal 2016 e che hanno ricevuto solo nel 2016 ben 10,8 milioni di euro (di cui 3,1 della Regione, i restanti statali).