Clima sereno e confronto costruttivo durante l’incontro, avvenuto ieri pomeriggio a Sassuolo, con le rappresentanze sindacali relativo al futuro piano di ristrutturazione di Cerform, Associazione riconosciuta per la Formazione Professionale del comparto italiano della ceramica industriale.
I vertici di Cerform – supportati, come da indicazione del Consiglio direttivo, da Confindustria Ceramica – hanno scelto di avviare la consultazione sindacale e quindi presentare e discutere le diverse opzioni sulle quali si dovrà ragionare per superare un momento di profondo cambiamento dell’Associazione.
Intanto, la settimana scorsa, alla presenza dei rappresentanti sindacali interni, il direttore di Cerform, Paola Careddu, aveva già incontrato tutti i dipendenti per condividere insieme i numeri di bilancio e l’andamento dell’attività e dei costi degli ultimi anni.
“Sul fronte delle risorse umane – commenta Paola Careddu – Cerform ha sempre operato nell’ottica di ricercare una buona qualità del lavoro e di proteggere l’occupazione. Abbiamo però dovuto fare i conti con profonde mutazioni dello scenario, non solo congiunturali: ad esempio, alcuni cambiamenti normativi e nuove problematiche specifiche emerse nel settore della formazione. Finora ci eravamo sempre mossi su molti fronti, districandoci bene tra situazione di difficoltà e nuove opportunità”.
Negli ultimi tempi, però, le opportunità da cogliere sono oggettivamente diminuite in modo drastico e i cambiamenti interni che sono stati avviati per recuperare fatturato attraverso altre attività hanno ovviamente bisogno di tempo. A ciò si sommano criticità e lungaggini varie anche da parte delle pubbliche amministrazione, a tutti i livelli. Quale soluzione attuare, allora? Con l’accordo dei sindacati, stante l’attuale esubero di personale, si sta ragionando intorno a una riduzione dell’orario di lavoro che consenta l’accesso agli ammortizzatori sociali. Un “contratto di solidarietà” che dovrebbe però tenere presenti anche le esigenze organizzative e commerciali interne.
“L’obiettivo – conclude Careddu – sarebbe quello di partire con un piano di ristrutturazione concordato a inizio luglio, per proseguire fino a dicembre. Intanto valuteremo come saranno cambiate le nostre condizioni economiche e gli scenari, per mettere eventualmente a punto altri assetti. Oggi c’è, oggettivamente, meno lavoro in produzione, ma siamo molto impegnati nella progettazione e promozione delle nostre attività. Come fanno tutte le aziende sane, intendiamo utilizzare gli ammortizzatori sociali per accompagnare il nostro processo di trasformazione”.