Ha voluto chiamare il suo tour estivo come il suo ultimo libro “Mercante di stelle” e il battesimo di questa serie di date estive è avvenuto ieri sera nella suggestiva cornice del Teatro Comunale di Carpi. Il professor Roberto Vecchioni riprende così a percorrere l’Italia in lungo e in largo col suo bagaglio prezioso di canzoni che hanno segnato gli ultimi quarant’anni della nostra italica musica leggera. Cantautore tra i più colti ed apprezzati, debutta nei primi anni settanta con una produzione importante già da allora; album come “Parabola”, “Saldi di fine stagione”, “L’uomo che si gioca il cielo a dadi” che diventeranno ancora più importanti dopo che Roberto avrà conosciuto il grande successo popolare che arriverà abbondante e definitivo nel 1977 con “Samarcanda”.
Forse non tutti ricordano che, in attesa di questo successo, Vecchioni si prodiga come autore con un genere di canzonetta molto leggero che contribuirà non poco al successo di un’estate di gruppi come Nuovi Angeli o Le Figlie del Vento; oppure di artiste allora molto in voga come Gigliola Cinquetti, Dori Ghezzi, Iva Zanicchi e Ornella Vanoni.
Il concerto di ieri sera si è svolto su binari ben rodati e sul repertorio “classico” del cantautore milanese che accompagnato dalla sua band capitanata da Lucio Violino Fabbri ha riproposto brani imperdibili ed immancabili, come “Velasquez”, “Io non appartengo più” “El bandolero stanco” trittico di apertura del recital; “La mia ragazza” e quindi un omaggio e una manifestazione di pura ammirazione e stima per l’amica Franca Rame: “Le mie ragazze”. “Le lettere d’amore” e “Dentro agli occhi” quindi “I colori del buio”, “Milady” e la commovente “Due madri” dedicata a Nina e Cloe le due adorate nipotine. “Vincent”, “Le rose blu”, “Sogna ragazzo sogna” e la trascinante “Voglio una donna”. Chiusura e saluti sul brano vincitore a Sanremo nel 2011 “Chiamami ancora amore”. Ovazione del pubblico e immancabile standing ovation che hanno costretto Roberto a tornare sul palco per deliziare ancora il pubblico con “Luci a San Siro” e “Samarcanda” (un brano che canto ancora, ma se dovessi scriverlo oggi non lo riscriverei cit).