Era un sofisticato meccanismo a controllare che il cronotachigrafo in modo che risultasse rispettato il codice della strada e non il conducente durante la guida; per questo motivo è finito nei guai un camionista che nel pomeriggio di mercoledì scorso, sulla SP486 all’altezza di Castellarano, è stato fermato per un controllo dal Nucleo Specialistico Autotrasporto della Polizia Municipale Tresinaro Secchia. Il controllo ha riguardato dapprima i documenti e conseguentemente la correttezza della condotta di guida riferita ai tempi di guida e di riposo del conducente. Ed è stato proprio il tempo di “riposo” (risultato in atto al momento in cui il mezzo è stato fermato) a confermare agli agenti che qualcosa non andava nel funzionamento del cronotachigrafo digitale del veicolo, dato che il conducente non era a riposo ma stava guidando. Il veicolo veniva quindi accompagnato presso un’officina autorizzata per verificare il funzionamento del crono da parte di tecnico il quale, autorizzato allo smontaggio del cruscotto, identificava e smontava il dispositivo elettrico installato per manomettere le registrazioni del cronotachigrafo.
Gli agenti procedevano al sequestro del dispositivo e a redigere verbale di sanzione amministrativa, al quale conseguiva il ritiro della patente di guida per la sospensione.
Nell’arco degli ultimi due mesi sono già 3 i casi accertati di manomissione del cronotachigrafo, negli altri due casi mediante una calamita posizionata sotto il motore ed in modo che potesse alterare le registrazioni; durante i controlli altri due autisti sono stati trovati con cronotachigrafo mal funzionante.
“la sanzione accertata è particolarmente grave perché frutto dell’intenzione di non rispettare i tempi di riposo e non per avvenute eventuali necessità incontrare durante il viaggio – commenta il Comandante della PM dott. Rosati – fatto che se da una parte altera i normali equilibri di concorrenza tra i vari vettori, sul versante sicurezza stradale determina una pericolosità che deve essere contrastata con una specializzazione continua per essere in grado di identificare ogni possibile artefizio messo in atto”.