Ha chiuso con una crescita del 5,8% nel secondo trimestre 2014 l’export dei distretti dell’Emilia Romagna, in accelerazione rispetto ai mesi precedenti e con una dinamica migliore rispetto a quella dei distretti italiani (+3,1%). 17 su 19 hanno chiuso il trimestre in positivo, sostenuti ancora una volta dai brillanti risultati dei due distretti principali per valori esportati: le piastrelle di Sassuolo (+7,9%) e le macchine per l’imballaggio di Bologna (+4,3%). Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma.
Si conferma la buona performance dei distretti dell’alimentare: i salumi del modenese (+2,6%), l’alimentare di Parma (+7,1%), l’ortofrutta romagnola (+8,7%), i salumi di Parma (+2,5%), il lattiero-caseario Parmense con un incremento a due cifre (+20%), il lattiero caseario di Reggio Emilia (+3,4%) e i salumi di Reggio Emilia (+7,5%). In crescita anche il settore della meccanica trainato dalle macchine utensili di Piacenza (+49,73%), dalle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+3,4%), dai ciclomotori di Bologna (+6,4%), dalla food machinery di Parma (+5,2%), dalle macchine per il legno di Rimini (+5,5%). Segno più anche per le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia secondo i dati ACIMAC (+31,8%). Bene i mobili imbottiti di Forlì (+3,1%). Nel sistema moda risultati positivi per l’abbigliamento di Rimini (+6,9%) e le calzature di San Mauro Pascoli (+14%), mentre chiudono in negativo la maglieria e abbigliamento di Carpi (-10%) e le calzature di Fusignano Bagnacavallo (-14,8%).
“Nel complesso l’export dei distretti regionali è cresciuto più del manifatturiero (sia regionale che nazionale), – commenta Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – confermandosi realtà fortemente internazionalizzate, dinamiche e competitive anche rispetto ai competitor internazionali. Spicca infatti la miglior performance dei distretti dell’Emilia Romagna anche rispetto ai principali paesi europei: Germania e Francia”.
L’analisi per sbocco commerciale conferma la miglior dinamicità nei mercati maturi (+8,7%), rispetto a quelli emergenti (+0,7%), trainati dalle vendite in Germania (+11,3%) e Stati Uniti (+17,2%). Bene le vendite anche in Spagna e Paesi Bassi, mentre arretra l’export verso il Canada. Sui nuovi mercati spicca il balzo di vendite in Indonesia, mentre si segnalano segni meno in Ucraina, Egitto, Turchia e India. Alla luce delle crescenti tensioni con la Russia è interessante quantificare la rilevanza di tale mercato per le imprese regionali. Nel 2013 l’export dei distretti dell’Emilia Romagna verso il mercato russo-ucraino è stato di 695 milioni di euro, pari al 6,4% sul totale esportato, un peso maggiore rispetto sia a quello delle esportazioni manifatturiere italiane (3,4%), sia al totale delle esportazioni distrettuali (4,3%). In particolare il mercato russo-ucraino ha un peso rilevante per i distretti dell’abbigliamento di Rimini e per le calzature di San Mauro Pascoli.
Risultanti contrastanti per i poli tecnologici regionali: alla crescita del polo ICT di Bologna e Modena (+2,4%) e del biomedicale di Mirandola (+1,4%), si contrappone il calo delle esportazioni del biomedicale di Bologna (-11,5%) che condiziona la performance complessiva.
In un quadro nel complesso positivo non mancano ritardi significativi per alcuni distretti: le situazioni più critiche (su livelli di export ancora ben lontani dai valori pre-crisi), si osservano per le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia e la maglieria e abbigliamento di Carpi. In recupero il distretto di Sassuolo, il cui export ha risentito pesantemente della crisi immobiliare dei principali partner commerciali.
Seppur in ripiegamento il monte ore di cassa integrazione autorizzato nei primi 8 mesi del 2014, ascrivibile a tutte e tre le tipologia di cassa, resta su livelli elevati a conferma di un quadro del mercato del lavoro ancora compromesso. Nonostante i buoni risultati sui mercati esteri, le persistenti difficoltà sul mercato interno stanno condizionando le performance di tante imprese della regione”.