Il Natale e la fine dell’anno impongono a tutti noi delle riflessioni e anche io, come sindaco, ne ho qualcuna.
Certamente, questo che si chiude, è stato per Sassuolo un anno difficile. Difficile per la crisi, che si protrae da molto, troppo tempo. Difficile, di conseguenza, per il bilancio comunale e per i noti problemi di SGP.
Nelle difficoltà si cerca di tenere duro e questo abbiamo fatto: certamente non è stato l’anno migliore della mia vita, ma non mi lamento comunque, perché noi sassolesi siamo gente che va avanti anche nella tormenta. Certo, siamo stanchi tutti. Stanchi di lottare quotidianamente (chi più e chi meno) per resistere in questi momenti complicati per ciascuno.
Ma non ci arrendiamo, non demordiamo: combattiamo. Sempre.
Guardiamo al futuro con fiducia e guardiamo il futuro negli occhi dei nostri figli e nipoti: sono loro che andranno avanti e a noi spetta il dovere di munirli degli strumenti giusti per farlo, cioè educazione, studio e lavoro. Basi solide, sulle quali rifondare non soltanto la nostra amata Sassuolo, ma l’Italia intera.
Fare il sindaco è un lavoro duro, malgrado quello che si pensa comunemente, ed è una missione che ti porta via quasi tutta la vita privata. Ma è un grande onore ed è una palestra di vita: ti insegna a rispettare di più le persone, ti insegna a conoscere realtà (belle e brutte) che stavano a pochi metri da te e non avevi mai notato, ti insegna a migliorare anche te stesso, a renderti più paziente e più riflessivo. Ti regala splendide giornate e tante notti insonni, il tutto in un susseguirsi incessante per il quale, poi, ti ritrovi trascorsi cinque anni in un batter di ciglia.
Certamente non ho avuto i cinque anni più facili per governare la città, ma ho comunque fatto quello che ho potuto. E ci ho messo tutto me stesso. Ho fatto errori, come tutti, e ci ho messo la faccia, come è giusto che sia.
Spesso penso sia giusto tornare a fare la mia vita, soprattutto per le persone che amo e che ho dovuto trascurare; altrettanto spesso mi impongo di non mollare, solo e soltanto per Sassuolo, che amo altrettanto.
Non si getta la spugna, sarebbe troppo facile; di Schettino ne abbiamo avuti già anche troppi in questo Paese. Perché è proprio nella tempesta che serve qualcuno che tenga saldo il timone della nave.
Sassuolo è il centro del nostro mondo, è il luogo dove siamo nati e dove siamo cresciuti.
E’ il luogo del cuore.
Sassuolo è casa.
Amiamola tutti ogni giorno e aiutiamola ad essere migliore.
Non è un sindaco che può – da solo – cambiare la città, ma siamo noi cittadini: ricordiamocelo sempre.
Io, nel mio piccolo, ho imparato che Sassuolo è molto migliore di quanto noi sassolesi la dipingiamo. Da questo ripartiamo, già nel 2014, per renderla ancora più accogliente, ancora più amata, ancora più casa.
Auguro a tutti noi un Natale sereno, che allontani – anche solo per poche ore – le preoccupazioni e le tribolazioni quotidiane. Guardiamo il Natale negli occhi dei bambini e proviamo a ritornare anche noi bambini per un istante. Ce lo meritiamo.
E a tutti noi anche un 2014 altrettanto sereno. Ci meritiamo anche questo.
Buon Natale, Sassuolo! Boun Nadel a tòt!
Il Sindaco di Sassuolo
Luca Caselli
