Liste d’attesa ‘gonfiate’ per allungare i tempi d’attesa e fare più ore di straordinario serale. Visite ed esami registrati come eseguiti senza che il paziente si sia mai presentato, per incassare di più in busta paga. Un presunto ‘sistema’, denunciato in un esposto anonimo firmato da un ‘piccolo gruppo di tecnici di radiologia’ dell’ospedale Maggiore di Bologna. Sulla base dell’esposto, il pm avrebbe aperto un fascicolo e ha delegato accertamenti ai carabinieri del Nas.
Una commissione d’indagine e approfondimento su eventuali responsabilità nelle presunte liste d’attesa ‘gonfiate’ all’ospedale Maggiore. E’ quanto chiede il consigliere regionale leghista Manes Bernardini in un’interrogazione presentata oggi in cui sollecita la giunta a “costituirsi parte civile” nell’eventualità di un processo sul caso.
“Se si dovessero rivelare fondati gli abusi denunciati alla procura in questi giorni sarebbe gravissimo – dichiara l’esponente del Carroccio -. Si tratterebbe di uno scandalo sanitario senza precedenti in regione”. Bernardini ricorda che – in base al dossier (anonimo) recapitato in procura da alcuni dipendenti – “le liste di attesa per esami diagnostici e visite sarebbero state gonfiate per aumentare il ricorso agli straordinari del personale medico, infermieristico e tecnico dell’ospedale”. Un’accusa che – se provata – “metterebbe in luce un grave danno per le casse pubbliche” rimarca l’esponente leghista. “Per questo la Regione – dice Bernardini – deve attivare tutti gli anticorpi per tutelarsi: dalla costituzione di parte civile agli accertamenti delle responsabilità. E proprio nei confronti di eventuali responsabilità accertate ci aspettiamo pene esemplari”.