“Le spese della sanità emiliano-romagnola sono in linea con quelle delle altre Regioni?”, a chiederlo, con un’interrogazione, è Andrea Pollastri (PdL). Da una pubblicazione dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, realizzata lo scorso luglio, risulta che, in un paniere di beni e servizi che riguardano la sanità, vi sono notevoli differenze tra Regione e Regione.
L’acquisto di medicinali, materiale sanitario, macchinari, infrastrutture, prestazioni professionali, consulenze può raggiungere valori che variano addirittura del 1.200%.
“Le discrepanze di spesa – spiega Pollastri – incidono ogni anno sul Fondo Sanitario Nazionale per ben il 30%, che, in euro, corrisponde a circa 35 miliardi.
Se i prezzi venissero definiti su base nazionale o quantomeno uniformati vi sarebbe un risparmio che potrebbe essere reinvestito a favore di altri settori, vi deve quindi essere uno sforzo da parte di tutti i soggetti interessati per perseguire logiche virtuose”.
“Da questo sforzo non può esimersi anche la nostra Regione – prosegue il Consigliere – per questo ho chiesto di sapere quale sia la spesa per beni e servizi a carico del Sistema Sanitario Regionale, come si collochi rispetto alle altre Regioni italiane, se vi siano margini di ottimizzazione e in quali settori”.
“Auspico – chiosa – che vi sia un’attenta analisi delle spese e la decisa volontà di andare incontro a riduzioni, senza, naturalmente, penalizzare la qualità del servizio ma puntando sull’effetto virtuoso della libera concorrenza”.
