“Fatichiamo a capire la necessità di realizzare sul territorio nuovi supermercati. A maggior ragione se pensiamo: alla rete distributiva ormai satura, al crollo vertiginoso dei consumi, alla ridotta possibilità di spesa delle famiglie, al fatto che di recente in città una media struttura di vendita ha chiuso definitivamente perché in difficoltà”. E’ forte la preoccupazione di Confesercenti Carpi di fronte alla previsione di un ulteriore ampliamento della rete commerciale cittadina con nuove medie strutture di vendita alimentari.
Una variante introdotta al P.R.G. comunale, prevede la possibilità di aprire un nuovo supermercato da 1.500 mq di superficie di vendita in via Sigonio (zona adiacente alla caserma dei Carabinieri) al posto dei lotti residenziali previsti. Inoltre, grazie alla cessione del terreno da parte del Comune, sarà possibile l’ampliamento fino a 2.500 mq della struttura commerciale di via Magazzeno con conseguente sacrificio di una consistente porzione del parco adiacente il supermercato. Possibilità di cui un noto marchio intende ovviamente avvalersi. E’ risaputo che la rete commerciale gestita dalla grande distribuzione sul territorio – sostiene il direttore di Confesercenti Carpi, Massimiliano Siligardi – ha raggiunto dimensioni insostenibili. Nell’ultimo decennio a livello regionale c’è stata un incremento della superficie di ipermercati e supermercati di oltre il 40%; oltre il 45% delle superfici di vendita è costituito da medie e grandi strutture di vendita. Carpi sicuramente non fa accezione, dato che la sua rete distributiva, molto ampia ed articolata, registra una forte presenza di grande e media distribuzione. Rete, lo ricordiamo, calibrata su capacità di reddito disponibile delle famiglie ed evoluzione dei consumi ben determinate, messe però oggettivamente in discussione negli ultimi anni”.
Le affermazioni di Siligardi trovano riscontro nei dati relativi al calo dei consumi: all’oltre -3% a livello nazionale si affianca la situazione ancora più critica a livello locale (fonte Osservatorio Economico di Confesercenti Modena) che nel periodo gennaio-giugno 2012 ha fatto registrare un -5,7% rispetto al medesimo dell’anno precedente; dato da cui sono escluse, per ovvie ragioni, le zone colpite dal sisma. “Di fronte a questi indici economici gravi, teniamo a ribadire che la fase di espansione della rete distributiva deve ritenersi esaurita. Le dinamiche che l’hanno determinata, oggi non sono più tali e le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee. La liberalizzazione senza regole introdotta dal governo Monti prevede il diritto all’apertura di nuove strutture di vendita senza limiti numerici. Gli unici, rimangono quelli urbanistici. Per questo è necessario che il Comune adotti una programmazione del territorio tesa a salvaguardare l’esistente. Il territorio deve essere considerato un bene finito. Non ha senso quindi espandere la rete commerciale con nuove grandi superfici di vendita, quando sarebbe opportuno piuttosto, favorire la riqualificazione dell’esistente e puntare sull’innovazione. Mentre è altresì necessario quanto indispensabile che nella programmazione della futura espansione urbanistica della città siano direttamente coinvolte anche le associazioni imprenditoriali ed economiche”, conclude il direttore di Confesercenti Carpi.