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Halloween: la crisi ridimensiona il “business stregato”

E ora tra le “vittime” della crisi economica c’è anche Halloween. Quest’anno non ci sarà il solito “business stregato”. Lo afferma la Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Reggio Emilia. In Italia sono ormai diversi milioni gli appassionati di questa festa di origine anglosassone, che però spenderanno il 10 per cento in meno rispetto al 2010, anche se il fatturato complessivo resta su cifre elevate: 360 milioni di euro tra dolcetti e cioccolata, zucche, costumi e cene. Per il prossimo 31 ottobre saranno, così, ridimensionati i consumi di un fenomeno commerciale che negli anni è entrato prepotentemente nel nostro costume. E, quindi, le difficoltà congiunturali degli italiani non risparmieranno neanche le zucche nostrane. La vendita delle zucche non sarà, in ogni caso, un affare per gli agricoltori. Basti pensare che sul prezzo di vendita finale la fase produttiva incide per appena il 18 per cento.

La zucca -sottolinea la Cia- è di origine americana. Insieme alla patata e al pomodoro è stato uno dei primi ortaggi importati dopo la scoperta dell’America. La coltivazione nazionale copre complessivamente una superficie di duemila ettari e interessa soprattutto la Lombardia (Mantova, Cremona, Brescia) e l’Emilia-Romagna (Ferrara, ma anche la Bassa reggiana ha una tradizione, e Reggio vanta una varietà ‘autoctona’ denominata “Cappello da prete”).

Per l’occasione della festa del 31 ottobre -ricorda la Cia reggiana- è consigliabile orientarsi sulla Cucurbita maxima varietà Halloween. Questa zucca particolarmente usata per la festa di Halloween è perfettamente indicata per la cucina, ma è anche molto tenera e si presta quindi alle lavorazioni richieste nell’occasione: svuotamento ed incisione.

















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