Arrivano le prime immagini del Novi Park, e non possiamo che provare un forte senso di smarrimento e tanta rabbia per quello a cui, impotenti, stiamo assistendo, per il destino che questa casta tutta gialloblù sta riservando alla nostra città esclusivamente per i propri interessi economici e politici.
Quello che da diversi anni ad oggi viene incensato e definito come un atto fondamentale per risolvere il problema del traffico in città, non è altro che l’ennesima vittoria di Pirro da parte di una filiera, un sistema composto da istituti di credito, cavatori, cementieri e costruttori. Un tragico lungometraggio che ha come protagonista e aiuto-regia la casta politica, totalmente prona agli interessi degli altri attori e capace di chiamare “sviluppo” il fare affari col cemento e far pagare i costi ai cittadini.
Il meccanismo è quello del project financing: leggiamo dal sito di Modena Parcheggi che la parte più consistente di capitale, 28.000.000 di Euro, verrà ” erogata tramite finanziamento dai principali istituti di credito del territorio: Banca popolare dell’Emilia Romagna, organizzatrice e capofila del pool bancario; BPV – Banco San Geminiano e San Prospero; Banca Popolare di San Felice sul Panaro”. Una rete bancaria che si è assicurata una contropartita certa, investendo i soldi dei propri correntisti (ovvero noi) e che guadagnerà sugli introiti dei parcheggi a pagamento – zona ZTL – per l’occasione dati in gestione alla società autrice del progetto per la bellezza di 39 anni circa. Guadagni tutt’altro che certi, calcolati oggi sulla base di una rendita attesa, e solo ipotetica, per un domani tutto da verificare. Una classica bolla speculativa; o meglio, parafrasando Marco Travaglio, potremmo dire “ci pisciano in testa e ci dicono che piove”.
Anche noi saremmo d’accordo per un allargamento della zona ZTL, ma solo se gli incassi venissero usati esclusivamente per efficientare e potenziare al massimo la rete del trasporto pubblico e creare una rete intermodale (parcheggi scambiatori, bike/car sharing) che disincentivi gradualmente il vero cancro, il ricorso continuo all’utilizzo del mezzo privato. L’autostrada digitale, con le tecnologie attualmente a disposizione, sarebbe uno scherzo da realizzare, diminuirebbe drasticamente la necessità di spostarsi (e di parcheggiare) per tanti impiegati del settore terziario e per quelli Comunali.
E’ questa la vera rivoluzione di cui abbiamo bisogno, mentre qui a Modena si perpetua una filosofia fallimentare, figlia di una società del cemento vecchia di almeno 50 anni, i cui disastri pagheranno solo i cittadini. Noi andremo avanti per una sola strada, l’unica possibile, fatta di Bit e intelligenza.
(Gabriele Grotti, portavoce movimento 5 stelle Modena e provincia)