La Cgil ha organizzato per domani – giovedì 22 settembre – dalle 18.30 in Largo San Giorgio a Modena, una serata di protesta (con artisti, musicisti, attori) per chiedere che il Governo se ne vada a casa e per ribadire che “un’altra manovra è possibile” all’insegna di più giustizia sociale, lavoro, diritti e sviluppo di qualità. Sinistra Ecologia Libertà partecipa ed invita caldamente la cittadinanza a partecipare.
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La Cgil chiama a raccolta lavoratori iscritti, funzionari e attivisti, giovani e pensionati, e tutti i cittadini modenesi domani sera giovedì 22 settembre in largo San Giorgio per manifestare contro le manovre estive del Governo.
Dalle ore 18, e per tutta la serata, in Largo San Giorgio a Modena, serata di protesta per ribadire che il Governo ha negato la crisi, ha colpito il lavoro, il welfare e i diritti, ha reso il Paese sempre più debole in questi anni e adesso deve andare a casa!
All’insegna dello slogan “Un’altra manovra è possibile”, durante la serata di protesta i manifestanti chiederanno di far pagare chi non ha mai pagato. La Cgil rivendica una manovra all’insegna di più equità, più giustizia, più lavoro, più diritti, più sviluppo!
La serata sarà animata da interventi di artisti, musicisti e attori/attrici modenesi, che hanno dato adesione volontaria all’iniziativa. In apertura il duo buskers Beto & Fausto.
Gli interventi dal palco di largo San Giorgio descriveranno i guasti e le mancate risposte del Governo in materia di politica sociale ed economica e riduzione dei diritti.
Prenderanno la parola giovani, lavoratori, disoccupati per testimoniare con la propria vicenda personale le condizioni in cui versano migliaia di cittadini.
Parleranno operatori della sanità, del pubblico impiego e della scuola sull’attacco alla contrattazione, gli effetti dei tagli a sanità e assistenza, scuola, formazione e personale.
Fra gli altri interventi anche quelli di lavoratori metalmeccanici e della Maserati che denunceranno l’incertezza del futuro dell’azienda dovuto alla latitanza del Governo che non ha mai chiamato Fiat a definire un piano industriale serio e condiviso.
I lavoratori edili e i ceramisti denunciano la mancanza di politichegovernative per il recupero edilizio e per l’edilizia in affitto, l’assenza di risorse per la tutela e la messa in sicurezza del territorio, per la manutenzione dell’edilizia pubblica, nonché gli effetti del Patto di stabilità che impedisce ai Comuni nuovi investimenti e di ritardare all’infinito i pagamenti di opere già realizzate.
Ci saranno anche i lavoratori del commercio e degli appalti di servizi che descriveranno gli effetti dei tagli della manovra in termini di meno ore lavorate e meno qualità dei servizi.
I genitori e i pensionati renderanno visibili gli effetti dei tagli alla scuola, la mancanza di politiche rivolte alla non autosufficienza e al sostegno alla disabilità, il progressivo impoverimento del potere di acquisto delle pensioni.
Interverranno lavoratori e lavoratrici che pur avendo maturato il diritto all’accesso alla pensione non possono andarci per il continuo spostamento in avanti delle date (a partire dai lavoratori in mobilità volontaria).
Giovani precari e disoccupati testimoniano le difficoltà all’ingresso nel mercato del lavoro e alla stabilizzazione del posto.
Sono stati invitati a partecipare alla serata anche i rappresentanti delle associazioni e delle forze politiche modenesi.
“La Cgil è dal 2008 che denuncia il declino del Paese e la necessità di politiche industriali e per l’occupazione” spiega il segretario della Cgil Donato Pivanti. Il Governo ha prima negato la crisi, attaccato i diritti alla contrattazione, il welfare e i fattori fondamentali della crescita (istruzione, formazione, ricerca) e adesso anziché mettere in campo risposte adeguate (patrimoniale, lotta all’evasione) taglia ulteriormente i servizi e l’occupazione, rende più povero il Paese e attacca i diritti del lavoro (art. 8 manovra-bis).
“Il Governo non è credibile – afferma il segretario Cgil – sta facendo ulteriore danno al Paese e alle persone che rappresentiamo, deve prendere atto che non ha più la fiducia nel paese come dimostrano le grandi manifestazioni per lo sciopero generale Cgil del 6 settembre. Il Governo è un problema. Per queste ragioni chiediamo al Governo di dimettersi per garantire un futuro diverso e dare una prospettiva al Paese”.
“Chiamiamo a raccolta tutti i cittadini giovedì 22 settembre per sostenere questa richiesta in modo forte, civile e democratico”.