Dopo avere assistito ad alcune sedute inerenti il nuovo Piano Regolatore, avevamo reso pubblica la nostra perplessità su alcune decisioni che prevedevano un indice di edificabilità per terreni che, secondo un percorso normale, sarebbero stati classificati a verde privato.
Il Sindaco ci aveva fornito risposte, altrettanto pubbliche, ma che non hanno soddisfatto la nostra curiosità.
Subito dopo, il segretario del PD cittadino, Dr. Luca Cavalieri, ci aveva chiesto un incontro, nel corso del quale ci ha raccontato il motivo per cui il Comune si era dovuto occupare di alcuni suoi interessi personali, legati a compravendite di terreni che lui, in veste di cittadino, ha gestito.
Il Dr. Cavalieri ci ha anche detto che non avrebbe rilasciato alcuna dichiarazione pubblica, per quanto aveva raccontato a noi, volendo evitare di “personalizzare” la vicenda. Non siamo ancora in grado di sapere se, o in che misura, il Comune abbia assunto esposizioni debitorie nei confronti di terzi; e nemmeno sappiamo se, o in che misura, si possa effettivamente parlare di illecito.
Per ora sappiamo con certezza che c’è reticenza, da parte della maggioranza e dell’opposizione, ad esporsi con chiarezza sull’argomento: la stessa reticenza che abbiamo notato, per ambo le parti, ad esporsi su inchieste scottanti come quella che ha coinvolto, per compravendite strumentali e forse fittizie, l’ex sindaco di Sesto San Giovanni Filippo Penati.
Questa reticenza ci mette a disagio, visto che nessuna persona degna di governarci, amministrarci, oppure di candidarsi a farlo, dovrebbe temere di confrontarsi pubblicamente sui propri affari personali.
A seguire l’intervista rilasciata in data odierna al Carlino.
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Il Movimento 5 Stelle di Formigine ha voluto rendere pubbliche, nei giorni scorsi, alcune incongruenze rilevate in occasione dell’adozione del nuovo PSC/RUE, che deve sostituire il PRG sinora in vigore. Registrato il fatto che il Sindaco di Formigine si era sentito in dovere di rispondere a quel comunicato ci è sembrato opportuno raccogliere le osservazioni di un attivista del Movimento (Lanzi Gabriele) , che ha seguito da vicino la complessa vicenda.
D: Perché avete ritenuto opportuno rendere pubbliche le incongruenze che avevate registrato?
R: Perché ci era parso evidente che, nel passaggio dalle precedenti alle nuove cartografie, alcuni terreni per i quali la normativa avrebbe lasciato pensare a una destinazione a verde privato (G4), sarebbero invece risultati, dopo l’approvazione del PSC/RUE, edificabili.
D: Ma i chiarimenti del Sindaco, Dr. Richeldi non vi sono sembrati esaustivi?
R: Per la verità, subito dopo la pubblicazione di quei chiarimenti del Sindaco Dr Richeldi, che non ci era sembrato addentrarsi nelle specificità della questione, abbiamo ricevuto una richiesta d’incontro da parte del segretario del PD cittadino, il Dr. Luca Cavalieri; naturalmente l’abbiamo accolta volentieri, e ci siamo riuniti con lui nella serata del 3 agosto, a Magreta. In quell’occasione, con una schiettezza che francamente ha superato le nostre aspettative, il Dr. Cavalieri ci ha raccontato che lui, insieme ad alcuni suoi parenti diretti, da tempo risulterebbe proprietario di alcuni terreni in Casinalbo, caratterizzati – per una sola porzione – da un determinato indice di edificabilità. Il Dr. Cavalieri ci ha spiegato che, in base a una normativa inerente gli “ambiti urbani consolidati”, la porzione edificabile avrebbe potuto perdere quella potenzialità con l’adozione del nuovo PSC/RUE, e pertanto, volendola sfruttare in tempo, ma non volendo impegnarsi loro stessi nella progettazione e costruzione di un edificio, i tre fratelli avrebbero deciso di “scorporare” quella porzione mediante frazionamento del terreno di loro proprietà, e di vendere così a terzi la sola parte edificabile.
D: Beh, sin qui non mi è parso di vedere alcunché di scorretto.
R: Nemmeno noi abbiamo ravvisato scorrettezze; e tanto meno le abbiamo cercate, anche perché – per farlo – avremmo dovuto compiere indagini specifiche presso il catasto, che nemmeno siamo titolati a compiere. Semplicemente, sapevamo per nostra cultura che la materia degli scorpori e dei frazionamenti è molto complessa, e che i tribunali italiani sono molto impegnati a giudicare moltissime presunte violazioni dell’art. 30 del DPR n. 180/2001, il quale prevede sanzioni molto pesanti nel caso in cui si dovesse disgraziatamente incorrere nel reato di lottizzazione abusiva; la giurisprudenza, in materia, è purtroppo abbondante. Ci pareva anche strano che un lotto di terreno potesse avere un indice di fabbricabilità, o di edificabilità, per una sola porzione; tuttavia, abbiamo ritenuto che tutti questi aspetti fossero già stati approfonditi dal Dr. Cavalieri e dagli altri comproprietari del lotto di terreni.
D: E, dunque, che cosa non vi lascia soddisfatti?
R: Il Dr. Cavalieri ha proseguito il suo racconto, spiegandoci che l’acquirente di quella porzione di terreno, per non perdere a sua volta la potenzialità edificatoria su cui aveva appena investito, avrebbe dovuto depositare in Comune il progetto per la costruzione che intendeva eseguire prima dell’adozione del nuovo PSC/RUE, cosa che avrebbe fatto. Tuttavia, quando il PSC/RUE fu adottato dal Comune (novembre 2010), sarebbe risultato che il progetto – approvato dal Comune – non era stato ritirato dall’acquirente che lo aveva depositato, e che il Comune stesso non fosse in possesso degli atti relativi al frazionamento del loro terreno, che il Dr. Cavalieri e gli altri proprietari avrebbero operato prima della compravendita. Qui, abbiamo ravvisato le prime incongruenze. La prima è rispetto al fatto che noi supponiamo che chi effettua investimenti e operazioni di questo tipo sia sempre molto scrupoloso, nel curare che i propri interessi non siano compromessi; tanto più quando questi suoi interessi sono subordinati non solo alla regolarità della compravendita, ma anche a un iter progettuale impegnativo, e a un successivo iter autorizzativo, che fa capo al Comune. Le tempistiche a disposizione dell’acquirente del terreno risulterebbero piuttosto ristrette, e quindi ci è parso strano che lui, alla data di prima adozione del PSC/RUE, non avesse ancora ritirato il suo progetto approvato. La seconda incongruenza, che ci è sembrato di vedere nel racconto del Dr. Cavalieri, riguarda il fatto che il Comune non sarebbe stato in possesso del frazionamento; qualcuno, in effetti, si chiede se l’assenza di questo atto sia compatibile con l’approvazione del progetto di costruzione.
D: Ma perché avete sollevato la questione pubblicamente, anziché limitarvi a chiedere chiarimenti direttamente ai protagonisti della vicenda? Non mi pare che, al di là di alcuni elementi che sicuramente hanno una spiegazione più che plausibile, voi foste al corrente di irregolarità dolose o di vizi di forma nei contratti o negli atti, che – per ciò che mi dite – nemmeno avete ritenuto di consultare.
R: Guardi, innanzi tutto va ribadito che non siamo sicuramente titolati a visionare alcuni tra gli atti essenziali della vicenda, quale potrebbe essere il contratto di compravendita – che è un atto tra privati. In secondo luogo, lo stesso Dr. Cavalieri ci ha confermato l’opportunità della nostra scelta, nei due momenti successivi del suo racconto. Infatti, ci ha detto che il Comune – all’atto dell’adozione del PSC/RUE – avrebbe assegnato un indice di edificabilità sia alla porzione di terreno venduta dopo il frazionamento, e sia alla porzione che il Dr. Cavalieri e gli altri comproprietari non avevano venduto, il che ci parrebbe un provvedimento che va in direzione diametralmente opposta alla direzione che avrebbe indicato quella normativa inerente gli “ambiti urbani consolidati”, la cui imminente applicabilità sarebbe stata la causa scatenante di tutta la vicenda. Inoltre, quando abbiamo sollecitato una sua dichiarazione pubblica in merito a tutti i fatti, il Dr. Cavalieri ci ha risposto che non avrebbe alcuna intenzione di renderla, per evitare di “personalizzare” la questione.
D: Personalizzare? Che cosa ha voluto intendere, con “personalizzare”?
R: Non lo so: dovrebbe chiederlo a lui. Noi restiamo perplessi quando registriamo altre vicende contingenti, che da questa sono sicuramente indipendenti, ma che – per la loro intrinseca incongruenza – in qualche modo le sono somiglianti: infatti, siamo convinti del fatto che, mai come in politica, nulla succede per caso. Premettiamo che il Movimento Cinque Stelle ha fondato sull’interpretare e dare voce al malcontento e al dissenso, senza fare sconti a nessuno, buona parte del suo veramente eclatante successo sia a livello locale, e sia a livello nazionale. Il nostro malcontento si è concentrato su fatti specifici e documentati, oppure su clamorose omissioni perpetrate da chi, invece di astenersi dal fare qualcosa, avrebbe dovuto in qualche modo agire. Forse a seguito dei nostri successi elettorali, da alcuni tempi a questa parte l’Italia ha dovuto abituarsi a una spietata e continua attività di dossieraggio, da parte dei partiti l’uno contro l’altro armati, regolarmente usato in una continua e serratissima campagna elettorale condotta sia sui palcoscenici locali, e sia nel teatrino nazionale. Nelle varie tribune in cui candidati, governanti e oppositori hanno continuamente il permesso di esibirsi, assistiamo quotidianamente a un reciproco scambio di accuse, molto spesso condite da dietrologie e strumentalizzazioni che peraltro, con lo stile di quella nostra contestazione, hanno ben poco a che vedere.
Ebbene: in questo contesto ci stupisce, più di tutto, l’assordante silenzio con il quale l’opposizione, nel consiglio comunale di Formigine, pare reagire a questa vicenda di cui ci siamo occupati e ci stiamo occupando.
E’ molto simile al silenzio con il quale i rappresentanti dei partiti di contrapposti al PD nelle sedi amministrative locali, così come il governo e i parlamentari di maggioranza, stanno reagendo alle accuse che alcuni imprenditori hanno pubblicamente rivolto all’ex Sindaco del Comune di Sesto San Giovanni, Filippo Penati, anche lui associato al PD, e anche lui coinvolto – a quanto pare suo malgrado – in contratti di compravendita che, in quell’occasione, sembrano essere poco regolari, o addirittura strumentali ad altro e quindi del tutto fittizi. Ecco, è proprio il silenzio, quando cala sui fatti che riguardano chi ci governa localmente o a livello nazionale, a metterci a disagio: riteniamo, infatti, che nessuna persona degna di amministrarci o governarci, oppure di candidarsi a farlo, possa avere il benché minimo interesse a sottrarsi al pubblico dibattito per i fatti che, nella sua veste di privato cittadino, la riguardano.
(Movimento 5 Stelle Formigine)