“Quale futuro nell’area del Mediterraneo?” è il titolo dell’iniziativa nel corso della quale Luciano Vecchi parlerà di quanto sta accadendo a poche centinaia di chilometri di distanza dalle nostre coste. La cosiddetta Primavera araba e le conseguenze per l’Europa e l’Italia saranno al centro dell’intervento del consigliere regionale del PD che sottolineerà anche le ragioni che hanno determinato l’intervento in Libia sotto l’ombrello dell’ONU delle forze Nato.
“Di fronte ai sommovimenti in corso nell’area del Mediterraneo, il Governo italiano ha avuto un atteggiamento ondivago che ha rischiato di isolarci definitivamente sul piano internazionale – sottolinea Luciano Vecchi – ma la gestione irresponsabile della crisi da parte del governo italiano non toglie l’evidenza della mancanza di una risposta politica forte dell’Unione europea nel suo insieme ed è evidente che occorre un ripensamento strategico della politica di immigrazione e asilo, mettendo il tema della mobilità condivisa nel quadro di nuovi partenariati politici con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori”.
“Dall’inizio dell’anno i processi in atto nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo e, successivamente, il conflitto in Libia, hanno prodotto movimenti di popolazione in tutta l’area e verso l’Europa che toccano anche i nostri territori – prosegue Vecchi – ma non è con le ridicole e strumentali dichiarazioni della Lega Nord o con la commedia leghista sull’ipotetica conclusione dell’intervento in Libia che si affrontano problemi così complessi, come dimostrano gli sbarchi degli ultimi giorni”.
“Dopo la minaccia di Gheddadi di fare scorrere a Bengasi «fiumi di sangue», che l’intervento militare Nato ha impedito, in queste ore assistiamo ad un crescendo di sbarchi determinato dall’uso spregiudicato che il dittatore libico fa delle vite umane come elemento della sua strategia militare – spiega Vecchi – di fronte a questo uso cinico di profughi e migranti dobbiamo proseguire con l’azione di protezione dei civili in coerenza con le deliberazioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e avviare nelle sedi internazionali una forte iniziativa politico-diplomatica sotto il coordinamento dell’Onu per impedire a Gheddafi di nuocere”.
“Di fronte all’inadeguatezza del Governo nella gestione dei flussi migratori e di rifugiati, come Regione Emilia Romagna ci siamo fatti carico responsabilmente della necessità di trovare una soluzione al problema – conclude Vecchi – ma la politica di ingresso e riammissione non può più essere pensata in modo unilaterale e va negoziata in forma di partenariati di mobilità concordati con i Paesi della sponda Sud, in un processo dove i migranti da un lato, e le seconde generazioni residenti nell’UE dall’altro, diventano attori di sviluppo, portatori di responsabilità e di doveri, ma anche di diritti”.
foto: Luciano Vecchi, Consigliere PD della Regione Emilia-Romagna