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A Carpi sono iniziati i corsi di lingua e cultura italiana per adulti stranieri

Da Gennaio, a Carpi, nei locali della Casa del Volontariato di Viale Peruzzi 22, c’è uno strumento in più per contribuire fattivamente a creare una comunità integrata nelle sue differenze. Da circa un mese ha infatti preso l’avvio il progetto di alfabetizzazione per immigrati stranieri adulti denominato “Ero Straniero”. Il titolo dovrebbe già dire molto sull’idea dal quale è nato. Due gli obiettivi principali: sviluppare l’autonomia linguistica ed il senso di cittadinanza, dove è sottinteso che questi due elementi si rinforzano reciprocamente, e non può aversi l’uno senza l’altro.

L’idea, nata un anno addietro, ha visto l’incontro di quattro soggetti differenti per storia e tradizione come Cooperativa Sociale Il Mantello, Unione Donne in Italia (U.D.I.), Azione Cattolica Italiana (A.C.I.) e Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (M.A.S.C.I.) per organizzare dei corsi di lingua e cultura. Trovando sollecitazione e sponda nel Comune di Carpi, che ha concesso il suo patrocinio, i suddetti soggetti si sono uniti, con i contributi economici della Commissione Pari Opportunità – e della Fondazione Cassa di Risparmio, per dar vita ad un grande progetto comune, al quale è sottesa l’idea che integrazione, benessere, stabilità e sicurezza di qualsiasi comunità non possano prescindere dalla conoscenza della lingua e degli elementi di costume costitutivi del territorio in questione.

Da sottolineare che il Progetto è in linea con l’intenso lavoro svolto negli anni passati dalla Consulta C del Comune di Carpi che a novembre 2009 presentò, nel corso di un convegno, un’interessante fotografia dell’Immigrazione sul nostro territorio in tutte le sue principali declinazioni: scuola, casa, lavoro.

Cultura e formazione, dunque, come strumenti concreti ed imprescindibili per “fare comunità”, integrare chi si stabilisce nel territorio carpigiano provenendo da paesi i quali, vicini o lontani, sono differenti dal nostro sotto molteplici aspetti: lingua, tradizione, usanze, condizioni socio-economiche, condizione della donna.

I corsi dureranno fino a Giugno 2011, con l’idea di riproporli anche nel futuro, tenuti da volontari – principalmente insegnanti, in pensione e non – non verteranno quindi solo e soltanto sull’insegnamento della lingua italiana, ma tenteranno anche di trasmettere quelli che sono gli elementi base di educazione civica: le principali regole di comportamento e stile di vita che chi proviene da aree geografico-culturali anche radicalmente diverse dalla nostra può legittimamente ignorare. Oltre a questi elementi, il progetto avrà anche una parte operativa e soprattutto orientativa: si cercherà infatti di far concretamente sperimentare ai corsisti le nozioni acquisite teoricamente attraverso attività quali, solo per fare qualche esempio, l’andare negli uffici pubblici per imparare a rapportarsi con la burocrazia, compilare documenti, moduli e CV, conoscere il codice della strada.

Sin da subito il progetto ha raccolto l’interesse di coloro ai quali si rivolge: 144 iscrizioni e 40 persone in lista d’attesa. Ventidue sono le nazionalità rappresentate, il 30 % è di origine pakistana, un’altro 30% dell’area maghrebina ma non mancano una ventina di cinesi – dato, quest’ultimo, assolutamente interessante ed inaspettato. Dopo un test di valutazione delle competenze linguistiche, sono state create otto classi a frequenza di due ore settimanali. Tenuti prevalentemente di mattina, i corsi di Ero Straniero svolgono una funzione complementare a quelli organizzati nel pomeriggio in via Bollitora Interna dal Centro Territoriale Permanente (CTP). Un dato significativo è l’alta presenza di donne, circa un’ottantina,le quali, per la durata delle lezioni, vengono supportate da volontarie, nell’accudimento dei loro bambini .

Il progetto, laico, ha due importanti conseguenze: crea un beneficio per tutta la comunità, in quanto fornisce strumenti di inclusione, integrazione ed uscita da una marginalità che rischia di diventare, quella sì, terreno fertile per l’illegalità e per i conflitti sociali ; allo stesso modo si crea un legame tra le organizzazioni sociali carpigiane e tra loro e quelle che riuniscono i migranti, aprendo o rafforzando dei canali di comunicazione che non potranno far altro che facilitare e incentivare il dialogo.

Il secondo punto sul quale si pone l’accento è la forte sussidiarietà del progetto: vedere degli enti del privato sociale che si mettono in rete per raggiungere un obiettivo condiviso è sicuramente un fatto esemplare e significativo in un campo dove è molto più facile assistere al fiorire di nuovi soggetti piuttosto che alla collaborazione e alla coordinazione di quelli già esistenti. Così facendo i gruppi coinvolti hanno potuto mettere in comune risorse, sensibilità e ramificazioni differenti, e questo è stato possibile anche grazie alla presenza comune nella Casa del Volontariato, dove questo clima è incentivato .

Parlando di rete, si sottolinea l’attivazione del sito internet www.erostraniero.it che dovrebbe diventare strumento pratico del progetto.

Dopo i mesi occorsi per delineare e realizzare un progetto condiviso – dal quale nascerà anche una rivista allo scopo di stimolare la cittadinanza a riflettere sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza – l’alto numero delle adesioni, la quarantina di volontari coinvolti, le voci dei bambini che alla mattina animano i corridoi e le stanze della Casa del Volontariato, e la grande varietà di volti sui quali sono impresse storie e patrimoni così differenti, sono altrettante prove tangibili di come l’unione sia, quasi sempre, anche forza.
















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