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Anche la Provincia di Modena aderisce alla campagna per salvare Asia Bibi

Anche la Provincia di Modena aderisce alla campagna per salvare Asia Bibi, operaia pakistana di religione cristiana condannata a morte in Pakistan nel novembre scorso con l’accusa di blasfemia.

Sulla vicenda il Consiglio provinciale, nella seduta di mercoledì 9 febbraio, ha approvato all’unanimità una presa di posizione presentata da tutti i gruppi politici di adesione alla mobilitazione internazionale.

Nel documento si evidenzia che «la condanna a morte della donna ha messo in luce la strumentalizzazione della legge sulla blasfemia che viene utilizzata in Pakistan dai fondamentalisti per mettere a tacere le minoranze religiose».

In particolare, si ricorda nel documento, «sono le persone più povere e meno istruite, soprattutto le donne nei villaggi, a pagare il prezzo più alto dell’intolleranza».

Asia Bibi, 37 anni e madre di due figli, è stata condannata a morte dal tribunale del distretto di Nankana, a 75 chilometri da Lahore, la capitale del Punjab, dopo esser stata accusata nel 2009, si ricorda nel documento, di aver violato la legge sulla blasfemia che prevede la condanna a morte.

Da quella data è partita una mobilitazione internazionale, sostenuta da diverse personalità religiose e del mondo della cultura, ma anche da diverse organizzazioni pakistane sia cristiane che musulmane impegnate per la pace, la convivenza e la promozione del dialogo interreligioso.

Durante il dibattito in Consiglio Monica Brunetti (Pd) ha ricordato che il governatore del Punjab, Salman Taseer, che si era recato a trovare Asia Bibi in carcere, proprio per il suo impegno nella revisione delle norme sulla blasfemia è stato ucciso il 4 gennaio 2011 a Islamabad da una delle sue guardie del corpo. Dante Mazzi (Pdl) dopo aver sottolineato che «purtroppo Asia Bibi è ancora in carcere» ha evidenziato come il Consiglio possa «fornire con questo documento un piccolo contributo per sostenere una causa che ci vede tutti uniti». Per Sergio Pederzini (Idv) si tratta di una nuova dimostrazione dei «pericoli che nascono quando la religione condiziona la politica», mentre Fabio Vicenzi (Udc) ha giudicato l’iniziativa del Consiglio «un messaggio di tolleranza religiosa».
















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