I dati usciti oggi dicono che nella nostra provincia e in quella di Bologna a fronte della commercializzazione della RU486 nei primi mesi dell’anno c’è stato un raddoppio dell’uso di questo metodo per interrompere le gravidanze.
Trovo il dato preoccupante perché spesso questo metodo viene spacciato come meno cruento e quindi in un certo senso più “facile”. Non penso che ci sia donna che consideri indolore la scelta dell’interruzione, ma temo che male informate molte donne possano ritenere che non ci siano pericoli nell’utilizzo della RU486, soprattutto perché malauguratamente da noi in regione si è scelto di non ricoverare le donne che scelgono questa metodologia.
Al contrario i casi anche gravi di complicanze dimostrano che la RU486 comporta dei rischi che l’ospedalizzazione potrebbe evitare, e che in realtà la solitudine casalinga in cui avviene il tutto, lascia la donna ancora più sola e più esposta.
Dunque questo raddoppio non è una buona notizia, non perché, come dice qualcuno, si desideri che la donna soffra subendo un intervento, ma al contrario, perché temiamo che ancora una volta si sperimenti sul corpo delle donne un metodo che le lascia sole nella scelta, sole nel momento più difficile, e sole di fronte ad eventuali complicazioni. E questo non è mai un progresso.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)
