Riflettendo sull’anniversario del Tricolore a parte il folclore dei grillini e i catastrofisti-giustizialisti dell’Italia dei Valori, Reggio ancora una volta ha risposto civilmente e in maniera unita e solidale: “la Festa del Tricolore è la festa di tutti” e lo sarà per gli anni a venire.
Ho solo avuto due dubbi. Il primo riguarda coloro che volevano donare una copia della Costituzione, senza conoscerla, al Presidente del Senato. Nel suo lucido intervento, Schifani ha parlato di ammodernamento della seconda parte (tentata e fallita dalla sinistra) e non della prima parte della Costituzione, i Principi non si toccano, le modifiche riguardano l’ordinamento.
Il secondo dubbio riguarda l’assenza ingiustificabile e deprecabile del Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. “Goffamente” ha tentato di giustificarlo l’Assessore regionale Zanichelli, non gli ha creduto nessuno, lui per primo. Errani ha sentito “puzza di bruciato” e per non inimicarsi l’Italia dei Valori si è inventato la scusa a cui non crede più nessuno: “impegni precedentemente assunti”. Mi sorge l’ennesimo interrogativo: ma a Errani importa più il Tricolore o l’alleanza con l’Idv che potrebbe rimettere in gioco gli equilibri della maggioranza di sinistra alle prossime elezioni regionali.
La scelta del Presidente Errani dimostra quanto poco rispetto ci sia da parte delle nostre istituzioni regionali nei confronti dei simboli di libertà e identità nazionale come la bandiera italiana. Il 7 gennaio il Tricolore italiano è protagonista della giornata nazionale della bandiera, istituita dalla legge n. 671 del 31 dicembre 1996.
Errani in questo modo dà prova di fregarsene dell’istituzione che rappresenta. Non dovrebbe rappresentare tutti gli emiliano-romagnoli?
Quale altro impegno istituzionale, per un presidente della Regione Emilia-Romagna, può essere più rilevante della Festa nazionale del Tricolore, che ogni anno si svolge a Reggio Emilia? Forse l’inaugurazione della nuova cantina vitivinicola della cooperativa rossa Terremerse?
(Fabio Filippi)