Il bilancio della Provincia di Modena è stato approvato mercoledì 16 dicembre dalla maggioranza in Consiglio provinciale (Pd e Idv); voto contrario per Pdl, Lega e Udc. La manovra finanziaria è di 161 milioni di euro, 16 in meno rispetto allo scorso anno a causa principalmente del calo delle entrate dovuto dalla crisi economica e dalla riduzione dei trasferimenti; il Piano degli investimenti, comunque, prevede quasi 60 milioni di euro di interventi nel 2010 (223 milioni nel triennio), circa 17 dei quali messi in campo con risorse proprie, come ha ricordato l’assessore al Bilancio Marcella Valentini.
Approvato all’unanimità, invece, un ordine del giorno proposto dal capogruppo del Pdl Dante Mazzi che invita la giunta a utilizzare eventuali entrate aggiuntive per anticipare al 2010 interventi in edilizia scolastica oggi previsti per gli anni successivi. Il tema dell’edilizia scolastica era presente anche in uno dei tre emendamenti presentati dal Pdl che chiedeva di utilizzare a questo scopo oltre un milione di euro dal fondo di ammortamento. Richiesta bocciata da Pd e Idv. L’assessore Valentini ha ricordato però l’impegno in bilancio di oltre tre milioni di euro, immediatamente spendibili, per interventi nelle scuole e ha dichiarato la disponibilità ad anticipare altri interventi qualora ci siano le condizioni economiche, suggerendo a Mazzi di proporre l’ordine del giorno poi approvato.
Un altro emendamento del Pdl è stato giudicato inammissibile, mentre il terzo (meno risorse al trasporto pubblico per destinarle al sostegno dell’accesso al credito) è stato bocciato da Pd, Idv e Udc, come è avvenuto per i due emendamenti della Lega e relativi alla valorizzazione di tartufo e Parmigiano Reggiano (togliendo risorse dall’attività di recupero fauna) e alla riduzione delle tariffe di abbonamento all’Atcm per gli studenti della montagna (togliendo risorse all’Agenzia per la mobilità). Sul primo, l’assessore Valentini ha precisato che il ritorno alla gestione diretta del recupero fauna comporterebbe costi di gestione più alti, mentre per la «valorizzazione dei prodotti tipici sono già previsti progetti specifici con impegni economici ben più significativi». La questione abbonamenti, invece, sarà affrontata nella prossima manovra tariffaria. Il Consiglio, inoltre, ha bocciato con il voto di Pd e Idv (a favore Pdl, Lega e Udc) un secondo ordine del giorno proposto da Mazzi per sollecitare la giunta a incrementare il fondo per il sostegno all’accesso al credito utilizzando almeno 200 mila euro dei dividendi dell’A22.
Il dibattito
Il Bilancio per il 2010 della Provincia di Modena è «un bilancio di scelte e di responsabilità in una fase difficile». Così il presidente della Provincia Emilio Sabattini, nell’ambito del dibattito consiliare sul bilancio di previsione (approvato con il voto favorevole di Pd e Idv), ha definito il documento che non propone «un impoverimento generalizzato ma una scelta all’interno di una filosofia che privilegia gli ambiti che riguardano la missione dell’ente: prioritarie sono l’istruzione e la formazione, decisive per lo sviluppo e per superare le difficoltà; poi l’innovazione di cui è un esempio l’accordo per il tecnopolo; l’energia che punta sulle fonti rinnovabili; gli investimenti per i quali abbiamo dato una precisa tabella di marcia».
Roberto Vaccari (Pd) ha rilevato che «il bilancio della Provincia deve fare i conti con le briglie del patto di stabilità: un vincolo pesantissimo che anche l’anno prossimo costringerà a contrarre le risorse spendibili per gli investimenti. Abbiamo in cassa oltre trenta milioni di euro già impegnati in opere pubbliche e non possiamo spenderli. Il patto di stabilità frena progetti e sostegni degli enti locali costringendoli a scegliere tra emergenza e necessità e risultando fortemente iniquo per i cittadini». «Bilancio non coraggioso e succube della crisi» è il giudizio di Denis Zavatti (Lega nord) che ha sottolineato come «gli investimenti siano ridotti all’osso, manchino i sostegni al fare impresa, i cantieri siano scarsi». Problemi, secondo il consigliere, anche nella viabilità «con la Cispadana che non decolla e gravi insufficienze nel collegamento tra Modena e l’area nord», nel trasporto pubblico «inefficace e insufficiente», e nella caccia «dove la Provincia non riesce a governare i rapporti tra cacciatori, agricoltori e ambientalisti». Secondo Dante Mazzi (Pdl) è fondamentale sottolineare la mezza verità passata con il bilancio: «È vero che non aumentano le imposte proprie della Provincia, ma non è per scelta, non crescono solo perché da anni sono già al livello massimo. Ci si lamenta per i mancati finanziamenti statali e non si dice nulla per i tagli della Regione. Solitamente – ha proseguito – non sono d’accordo con l’indebitamento pubblico ma in questo momento sarebbe stato un volano per l’economia, invece questo bilancio si limita all’ordinaria amministrazione, non getta il cuore oltre l’ostacolo». Per Davide Baruffi invece, «questo è il bilancio più ragionevole che potessimo fare lavorando su ciò che ci compete come la scuola, la formazione e gli investimenti qualificanti per il territorio. Soprattutto – ha aggiunto – visto che ci muoviamo nella cornice di una Finanziaria che non affronta priorità ricordate anche dal centrodestra: dove sono il coraggio e gli investimenti sociali nella manovra del Governo?». Non condivide la scelta di allocazione delle risorse Fabio Vicenzi (Udc) secondo il quale è mancato l’investimento «sull’economia, con l’azzeramento dei sostegni al fare impresa; sul lavoro, con il monopolio attribuito ai centri per l’impiego a discapito di interventi più mirati; sulle politiche sociali, dove si poteva fare molto di più a favore della famiglia. Anche sulle infrastrutture – ha aggiunto Vicenzi – c’è stato poco coraggio: andavano assunti tutti gli impegni che si potevano realizzare nel 2010». Sergio Pederzini (Idv) è intervenuto sulla promozione turistica ritenendo giusta la scelta di «individuare i filoni più significativi che tendono a tradurre in sinergia anche economica le diverse iniziative culturali e di intrattenimento sollecitando le realtà locali a definire in tempo utile pacchetti di promozione e commercializzazione». Pederzini ha sollecitato le realtà turistiche a «sviluppare un progetto in collaborazione per far sì che si possa far conoscere il nostro territorio in maniera più capillare».
Lorenzo Biagi (Lega nord) ha puntato l’attenzione su cultura e sport: «I fondi a disposizione sono veramente pochi – ha detto – ma si deve fare di più. La Provincia deve avere un occhio di riguardo per la cultura tradizionale tipica dei nostri territori, dalla gastronomia alle tradizioni popolari alle manifestazioni culturali e sportive. L’identità storico-culturale è la base fondante della nostra terra e valorizzarla significa dare valore anche a economia, turismo, sviluppo e istruzione». Serena Bergamini (Pd) ha sottolineato come il Bilancio «si concentri sulle funzioni proprie della Provincia tra cui la programmazione territoriale, sancendo prima di tutto la necessità di contenere e razionalizzare l’uso di nuovo territorio favorendo il recupero e la riqualificazione dell’esistente e delle aree dismesse». Stefano Corti (Lega nord) si è concentrato sulla montagna «alla quale sono stati destinati solo quattro milioni sugli oltre 57 investiti per la viabilità. Dispiace perché se è vero che in montagna abita solo il dieci per cento della popolazione è anche vero che per la sua conformazione necessita di vie di comunicazione primarie». Corti si è anche domandato «come può la Provincia affrontare un piano faunistico quando non è in grado di gestire gli Atc 2 e 3».
Giorgio Siena (Pd), dopo aver messo in evidenza il ruolo fondamentale della Provincia nel mantenere la coesione e l’identità del territorio modenese, ha affermato che «in un periodo di crisi, che richiede immaginazione nelle scelte, si deve dare particolare attenzione all’innovazione, e soprattutto al biomedicale, l’unico a non presentare saldi negativi, e alla formazione, integrando riforma e formazione professionale». Bruno Rinaldi (Pdl) ha chiesto «massima rilevanza per la politica culturale, fondamentale per costruire un futuro responsabile. La mancanza di idee e di pensiero – ha aggiunto – è più grave della mancanza di soldi».
La situazione del comparto agricolo è stata affrontata da Daniela Sirotti Mattioli (Pd) per la quale «gli interventi previsti a bilancio vanno nella giusta direzione e aiutano le imprese a qualificarsi e rinnovarsi in un periodo grave difficoltà. È necessario però un coordinamento tra le istituzioni, perché le misure adottate non risultino parziali, e che arrivino le agevolazioni richieste allo Stato che invece non si vedono». Due i punti qualificanti del bilancio secondo Ivano Mantovani (Pd), il piano energetico «per il quale ci sono tutte le condizioni per riuscire a metterlo in campo in tempi brevi» e il piano investimenti «che prevede infrastrutture fondamentali che dovremo riuscire a realizzare nonostante le forze ridotte dovute alla riorganizzazione del personale della Provincia». Cecile Kyenge Kashetu (Pd) ha messo in evidenza come nella prossima rielaborazione del Pal, alla quale parteciperanno tutte le parti istituzionali e sociali coinvolte «sia necessario partire da una politica che mette il cittadino al centro della rete sanitaria, aprendo al territorio e incentivandone la responsabilità». Anche Luca Gozzoli (Pd) ha apprezzato «il metodo del coinvolgimento delle parti sociali nell’elaborazione del nuovo Pal» rilevando anche, in merito al bilancio, «il lavoro importante fatto per l’efficienza della macchina pubblica». Tre i punti importanti per Mauro Sighinolfi (Pdl): «l’insegnamento dell’italiano agli stranieri adulti, per il quale la Provincia dovrebbe cercare di implementare le risorse; la promozione delle eccellenze agroalimentari anche attraverso una valorizzazione del polo fieristico modenese, uno dei volani principali per lo sviluppo di attività che languono; la montagna che ha bisogno di ampio rilancio dal punto di vista turistico». Ennio Cottafavi (Pd), preoccupato per quanto accadrà quando cesseranno gli ammortizzatori sociali, ha affermato che «la Provincia deve continuare sulla strada intrapresa finora incrementando per quanto possibile quello che si sta già facendo». Per il consigliere occorre inoltre «mettere a sistema iniziative in aree che in passato non sono state curate adeguatamente come l’agroalimentare e la tutela ambientale che da problema deve diventare opportunità».