Il Codacons chiederà la difesa di questo ultimo riconoscimento per l’agroalimentare italiano e provvedimenti a difesa dei consumatori italiani ed europei. Infatti, alcune aziende fra quelle stesse che hanno fatto istanza per ottenere riconoscimento dell’IGP in ambito europeo, continuano a produrre e distribuire, in divieto delle norme autorizzative del Reg.583/09, ampolle di aceto che, accanto al marchio IGP, recano segni, certificazioni e menzioni qualificative che riportano caratteristiche non previste dal disciplinare di produzione.
In pratica esistono in commercio confezioni di prodotto definito dal produttore “Invecchiato”, mentre il disciplinare prevede per legge, ai sensi del piano dei controlli DPC 030, che l’invecchiamento debba essere superiore ai 36 mesi. Cosa strana e’ che, nel caso censurato dal Codacons, l’aceto balsamico IGP “invecchiato” viene certificato dallo stesso ente di controllo attraverso una presunta sigla DTP033 rilasciata al singolo produttore. Questa sigla non esiste a livello europeo.
Il Codacons chiede che venga rispettato il disciplinare della IGP onde evitare una frode nei confronti dei consumatori.
Ancora una volta, dice il copresidente Codacons Giuseppe Ursini, si devono avvisare i cittadini che l’esistenza sulle etichette di foglie, clessidre, classificazioni di qualita’ e bollini descrittivi, viola le norme che regolano la produzione del prodotto IGp e non fornisce alcuna garanzia ma e’ diretta soltanto ad attirare illecitamente l’attenzione del consumatore.