Educazione alla legalità in ambito scolastico, sportivo e dei centri giovanili; responsabilizzazione dei giovani a cui va chiesto un risarcimento dei danni procurati dagli atti vandalici e proposta anche una forma di “risarcimento sociale” sotto forma di volontariato; coinvolgimento delle famiglie; potenziamento degli sportelli d’ascolto. Sono questi gli elementi che compongono la strategia di contrasto e prevenzione del bullismo messa a punto dalla Provincia di Modena e illustrata al Consiglio da Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione e alle Politiche giovanili, in risposta a un’interpellanza presentata da Livio Degliesposti (Lega nord). Nella richiesta il consigliere sottolineava la «crescita del disagio giovanile che sfocia in episodi di bullismo anche nelle scuole modenesi» e la necessità di «un rapporto collaborativo tra famiglia e scuola nell’educazione dei ragazzi».
«Il contrasto al bullismo, che non è solo un fenomeno scolastico – ha spiegato Elena Malaguti – va sviluppato secondo un approccio interdisciplinare, che coinvolga tutti gli ambiti di vita dei ragazzi, e provando a raggiungere tutti i protagonisti: il bullo, la vittima e anche la maggioranza silenziosa che sta a guardare. Fondamentale è il lavoro, già iniziato negli anni scorsi e che manterremo, con le società sportive perché è soprattutto qui che i ragazzi possono imparare ad affrontare in modo corretto le frustrazioni spesso alla base dei comportamenti violenti».
Secondo Giorgio Siena (Pd) per affrontare il bullismo, «problema vecchio ma diventato eclatante con l’uso massiccio di internet», è necessario «costruire una società solidamente educante: per questo sarebbe utile un “atto pubblico” che unisca le istituzioni e i soggetti, per esempio le aziende di trasporto e le associazioni di volontariato, che possono essere osservatori privilegiati degli episodi di bullismo». Dante Mazzi (Pdl) ha affermato che «fa piacere che si riconoscano i problemi. Peccato che poi, quando vengono proposte soluzioni efficaci come il “poliziotto per amico”, l’iniziativa partita al Corni nel 2005, queste siano bocciate dagli enti locali».