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Coltivazione sorgo a fini energetici a Massa Finalese

«La sperimentazione sulla coltivazione del sorgo da fibra a fini energetici condotta nella zona di Massa Finalese ha fornito le indicazioni di lavoro per migliorare la produzione agricola locale. Nei prossimi mesi avremo i risultati dell’iter di valutazione ambientale e autorizzativo per il quale è requisito fondamentale l’accordo di filiera tra Italia Zuccheri e le organizzazioni professionali agricole che stanno in questi giorni iniziando le trattative».

Lo ha detto Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, rispondendo a un’interpellanza sottoscritta da Prc e Verdi e presentata in Consiglio da Stefano Lugli (Prc) per «porre di nuovo il tema della riconversione dello zuccherificio di Massa finalese in centrale elettrica. Non è chiaro – ha affermato Lugli – quali saranno i costi della coltivazione e quali i guadagni per i coltivatori né come saranno risolte le questioni della resa insufficiente rispetto alle previsioni, della mancanza di macchine agricole dedicate e della capacità di stoccaggio».

Come ha spiegato l’assessore Caldana, la sperimentazione, che ha dimostrato una buona adattabilità al territorio e nessun particolare problema agronomico, ha coinvolto 35 aziende, tra quelle che in precedenza conferivano il raccolto allo zuccherificio, rappresentative dell’ipotetico bacino di coltivazione. Sono stati sperimentati due percorsi: con un solo sfalcio o con due sfalci a stagione. Quest’ultima modalità è quella che ha dato i risultati migliori, arrivando fino a una resa di 26,5 tonnellate per ettaro. La media è stata di 19,7 tonnellate per ettaro di sostanza secca, con 14 aziende oltre le venti tonnellate. La mancanza delle macchine da taglio dedicate al sorgo da fibra, ha concluso Caldana, «è un problema che si sta risolvendo con la realizzazione di prototipi».

Nella replica Stefano Lugli si è dichiarato «completamente insoddisfatto. È chiaro – ha detto che ci saranno problemi sulla sostenibilità economica di questa coltivazione. La sperimentazione ha dato risultati molto inferiori a quanto annunciato dalla stessa Italia Zuccheri che aveva previsto una resa per ettaro di almeno 30 tonnellate. Non si è risolto il problema della ricaduta occupazionale visto che il nuovo impianto darà lavoro solo a 15 persone. Non sono state prese in considerazione né la sostenibilità ambientale né la tutela della salute di lavoratori e residenti».
















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