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Piano di azione regionale per la popolazione anziana

Costruire una società per tutte le età, dove gli anziani (poco meno di un milione, e dunque quasi un quarto della popolazione complessiva dell’Emilia-Romagna) vengano considerati prima di tutto come una risorsa: è l’obiettivo del Par, il Piano regionale per la popolazione anziana. Al centro della seconda Conferenza, che si è svolta oggi a Bologna nella sede della Regione, la presentazione del Bilancio sociale: non un insieme di sole cifre, ma uno strumento per “rendicontare” tutte le politiche (socio-sanitarie, per la casa, la mobilità, la sicurezza, la partecipazione) messe finora in campo.


“Realizzare una società che riconosca i diversi bisogni e le diverse capacità di tutti i suoi membri – ha ribadito, in apertura dei lavori, il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Alfredo Bertelli – superando ogni discriminazione fondata sull’età: ci siamo messi al lavoro, siamo convinti che questa Regione sia in grado di vincere la sfida”. E in quest’ottica “il Piano sociale e sanitario 2008-2010 e il Fondo regionale per la non autosufficienza – ha sottolineato Bertelli – utilizzano approcci nuovi per rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini, e dunque anche degli anziani”.

“Il Par è uno strumento estremamente innovativo, frutto di un percorso condiviso – ha detto l’assessore alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni – . E’ uno strumento che mette insieme politiche diverse, non solo quelle sociali e sanitarie, ma anche le politiche dei trasporti, della casa, in un’ottica di integrazione”. Ne consegue tutta una serie di azioni “che hanno anche risorse precise a disposizione: il Fondo per la non autosufficienza della Regione Emilia-Romagna – ha aggiunto Bissoni – , che stiamo discutendo in questi giorni con le parti sociali, si avvicinerà nel 2009 ai 400 milioni di euro a disposizione. L’Emilia-Romagna, da sola, ha un Fondo che supera l’intero Fondo nazionale per la non autosufficienza. Questo ha aiutato lo sviluppo di politiche di sostegno alla popolazione anziana a partire dai servizi domiciliari”.

“Oggi occorre un ripensamento complessivo sulle politiche di programmazione territoriale, della mobilità, degli insediamenti residenziali e commerciali – ha sottolineato l’assessore alle Politiche abitative Luigi Gilli, intervenendo durante la tavola rotonda – . Un rinnovato modello sociale d’intervento trasversale può evitare il sorgere di nuove marginalità, anche tra la popolazione anziana”. Gilli ha ricordato come “anche sulle politiche abitative, sia per l’assegnazione di alloggi di edilizia sociale sia per il fondo per l’affitto, la Regione sta, e non da oggi, supplendo alle forti riduzioni di risorse statali”.

Nonostante il taglio di 300 milioni di euro al Fondo nazionale per le politiche sociali, “la Regione conferma il proprio impegno nel garantire servizi ai cittadini – ha ribadito l’assessore alle Politiche sociali Anna Maria Dapporto – : con l’approvazione del riparto del Fondo sociale regionale, ai distretti è stata garantita per il 2008 la stessa quota dell’anno precedente”. L’assessore ha sottolineato inoltre come con l’approvazione del Piano sociale e sanitario 2008-2010 “il volontariato abbia assunto un ruolo fondamentale, che è quello di creare coesione sociale, benessere e relazione”.

La terza età in Emilia-Romagna: i dati
Gli anziani residenti in Emilia-Romagna sono oltre 968 mila, pari a quasi il 23% del totale della popolazione (dati al 1° gennaio 2008). Gli over 75enni risultano essere circa 488.500 (11,4% della popolazione complessiva) e le persone che hanno superato gli ottant’anni sfiorano quota 292 mila (6,8%). Nell’ultimo decennio l’incidenza della popolazione anziana è aumentata, passando dal 21,5% del 1997 all’attuale 22,6%. La componente femminile risulta prevalente e costituisce il 58% dei residenti di 65 anni e oltre. I cambiamenti nella struttura demografica della popolazione e, in particolare, il fenomeno dell’invecchiamento hanno contribuito a incrementare il numero delle famiglie che necessitano di un aiuto per l’assistenza di un componente disabile o non autosufficiente, spesso anziano.

Report sicurezza: gli anziani meno coinvolti nei reati ma più preoccupati
Alcuni dei 400 progetti finanziati in questi anni dalla Regione nell’ambito della sicurezza hanno avuto come destinatari specifici gli anziani. In occasione del Par, sono state estrapolate alcune tabelle dai dati a disposizione del Servizio Politiche per la sicurezza della Regione e dell’Istat sulla condizione degli emiliano-romagnoli, con particolare attenzione alla terza età, analizzando sia l’andamento dei fenomeni delittuosi, sia la percezione dei temi legati alla criminalità. Da queste tabelle emerge come in Emilia-Romagna gli anziani siano meno coinvolti come vittime dei reati predatori, ma al contempo più preoccupati e più insicuri per questo tipo di reati.
In generale gli omicidi volontari (o dolosi) in Emilia-Romagna sono diminuiti agli inizi degli anni ’90 e tendono a rimanere stabili, con valori al di sotto della media nazionale. Si registra una tendenza alla diminuzione di scippi e furti di autovetture, mentre si conferma la tendenza storica a un incremento di rapine e borseggi. I furti in appartamento, infine, dopo un considerevole aumento a fine anni ’90, si stanno stabilizzando. Sul versante della sicurezza “percepita”, rilevata dal Servizio attraverso un sondaggio condotto annualmente a partire dal 1995, se restano elevate (36%) le segnalazioni per la piccola criminalità (e la sicurezza in genere), le preoccupazioni che più si sono diffuse negli ultimi anni riguardano l’insicurezza economica: in particolare i cittadini segnalano il costo della vita (30%) e i timori per il lavoro (24%).
















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