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Formigine: Italia dei Valori risponde a PD circa apertura ristorante al Castello

Con le parole si possono riempire pagine di giornale o il web, ma eliminati i fronzoli bisognerebbe poter attribuire loro un senso logico e poco ne rimane in quelle spese dall’Amministrazione comunale e da alcuni esponenti dei gruppi politici riguardo al futuro del castello di Formigine dopo il recente restauro.

Il senso di grandeur che l’Amministrazione intende dare un po’ a tutto il proprio operato in paese ha investito inequivocabilmente anche il castello a partire dall’iniziale, azzardato paragone con i restauri di S. Maria della Scala (Siena), del Castello di Bard (Valle d’Aosta), della Reggia di Venaria (Piemonte). Tale tensione si riconferma nelle parole del recente articolo del Partito Democratico a sostegno del progetto dell’Amministrazione Comunale per l’apertura di un ristorante nella “Sala degli Archi” il cui bando è in chiusura nei prossimi giorni.
Le motivazioni addotte dal Partito Democratico a sostegno dell’opportunità di adibire a ristorante l’unica sala dove sia possibile allestire mostre ed eventi vari decadono, a nostro avviso, nel momento stesso in cui si paragonano le potenzialità del nostro monumento con quelle di un Moma, di un Metropolitan Museum di New York, di un Centre Pompidou di Parigi, di una Tate Modern gallery di Londra o del più vicino Mambo di Bologna.
Volendo rimanere con i piedi per terra il solo accostamento plausibile, fra i possibili prospettati dal PD, sembra essere quello con l’unico di casa nostra: il Mambo.
I.d.V., desidera considerarlo nel dettaglio, affinché gli ignari cittadini, dati alla mano, possano farsi un’opinione e valutare le differenti realtà.
Esso è il risultato di un recupero architettonico di 9000 mq. complessivi, di cui la metà destinata alle attività espositive.

Che dire dei 1630 mq. del nostro castello, tenuto conto che ad essi devono essere sottratti quelli già adibiti ad altre funzioni e quelli prospettati per la caffetteria, la ristorazione ed il catering?
Il Mambo prevede spazi quali: una biblioteca, un bookshop ed un ristorante-caffetteria arredato con oggetti “vintage” che rendono tale struttura duttile, in altre parole, capace di rinnovarsi per adattarsi ad ogni situazione e di aprirsi al “nuovo” che l’arte contemporanea continuamente propone, creando realmente un’atmosfera da salotto culturale. A detti locali si aggiungono poi: una sala convegni ed un’area didattica per workshop sperimentali, in grado di coinvolgere studenti di diverse nazionalità, cui possono far seguito mostre ed iniziative, aperte al pubblico e condotte dagli studenti stessi. Spazi interattivi quindi, fruibili dalla collettività e soprattutto dai giovani. Quegli stessi che tanto sembrano preoccupare il PD, in quanto tristemente “disabituati” all’arte, da indurli a sostenere, per un loro riavvicinamento ad un contesto culturale, l’apertura di un ristorante che sottrarrà al nostro castello l’unico spazio espositivo. Sempre pensando a loro ed alle loro tasche, il requisito fondamentale del ristorante dovrà essere l’eleganza, come essi stessi dicono ed è possibile evincere dal bando, tale da renderlo all’altezza del contesto che lo ospita.

I.d.V. s’interroga su quanti di loro potranno realmente accedervi per ragioni economiche e dove potranno entrare in contatto con tutta la cultura propagandata, una volta visitato il museo, data l’inesistenza di altre sale atte ad ospitarla.
Fare propaganda portando la questione su un piano intellettuale può servire a dar “lustro al PD” o a “lasciar dormire il cittadin che dorme”, ma sarebbe più onesto asserire che si intende privilegiare l’aspetto economico- commerciale rispetto a quello socio-culturale con buona pace, dei pochi (data lo scarso interesse dimostrato dalla cittadinanza per il problema) intellettuali onesti e contrari per ragioni etiche.

Volendo essere rigorosi ci siamo dati la pena di indagare quale sia stato effettivamente l’interesse del pubblico verso uno dei sopraccitati monumenti: la Reggia di Venaria per l’appunto. Nonostante il forte richiamo esercitato dalla grandiosa e spettacolare ex residenza dei Savoia, l’afflusso di persone registrato corrisponde alla metà del numero preventivato. Tale notizia getta nuove ombre anche sul futuro turistico del nostro monumento e s’incupiscono se si pensa privato degli ambienti destinati ad attività rinnovabili.
Concludendo, in una generica chiave di lettura, di fronte all’alternativa Caffetteria-catering in abbinamento a spazio espositivo o a ristorante l’Amministrazione ha scelto per tutti noi optando per la seconda.

(Bigliardi Renza – Italia dei Valori – Formigine)

















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