Ha colpito anche in Emilia Romagna la banda partenopea che ha messo a segno circa 70 truffe in un anno ai danni di concessionarie di auto. L’organizzazione, che ha colpito in Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia ed Emilia Romagna, era retta da C.D. 33 anni, e G.F.
(27), arrestati dai Carabinieri su disposizione della magistratura veronese.
I carabinieri, che nelle perquisizioni nelle case degli
indagati hanno sequestrato copiosa documentazione, hanno avviato
le indagini dopo la segnalazione di un concessionario che si era
insospettito dallo stipendio troppo alto (2.400 euro) in busta
paga per un giovane dipendente di Trenitalia a pochi mesi dall’assunzione.
I due arrestati, si e’ poi scoperto, si presentavano
quasi sempre come dipendenti di Trenitalia. Cosi’ i carabinieri
hanno allertato le concessionarie invitandole a informarli nel
qual caso si fossero presentate richieste simili. E cosi’ e’
avvenuto: i militari si sono limitati a controllare i due
principali indagati all’uscita di una concessionaria facendosi
consegnare i documenti d’identita’. I militari dell’Arma hanno
copiato le foto che sono poi state mostrate ad autorivendite
della zona, scoprendo che erano state vittime di truffe.
Da
quanto emerso dalle indagini, nell’organizzazione ognuno aveva
un compito specifico: i denunciati, per esempio, falsificavano i
documenti di identita’ e le patenti, si occupavano di violare i
siti internet delle finanziarie per scoprire quali erano i
clienti solvibili la cui identita’ veniva poi usata, a loro
insaputa, per accedere a nuovi finanziamenti. Si accollavano
l’acquisto della vettura appena uscita dal salone: cosi’ facendo
usavano il loro vero nome con il quale rivendevano il mezzo
all’acquirente finale con uno sconto del 20-30%. La banda
sceglieva sempre auto tra i 14 e i 17 mila euro. Versava come
caparra mille-millecinquecento euro: il guadagno netto era cosi’
di 10-14 mila euro.