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Sassuolo: il consiglio dibatte su Braida e sul Papa

Due argomenti di grande attualità, Braida e l’episodio del Papa alla Sapienza, hanno tenuto banco nella lunghissima serata del consiglio comunale di ieri, 22 gennaio. Per i punti all’ordine del giorno riguardanti alcune difficili situazioni nel quartiere Braida, era presente anche un numeroso pubblico di cittadini e rappresentanti dei due comitati della zona.


La prima parte è stata dedicata a due interrogazioni, di Gian Francesco Menani della Lega Nord e di Luca Caselli di Alleanza Nazionale, sullo stesso tema, l’incendio nel palazzo di via Circonvallazione 189 del 1 gennaio scorso. Simili le domande contenute nei due documenti: il negozio bruciato era in possesso delle regolari licenze? Era in regola con le normative sulla sicurezza? E una parte riguardava lo sviluppo degli eventi: si è trattato di un evento di natura dolosa? Le attività vicine, compresa la moschea, sono a rischio? E come si è provveduto agli inquilini trasferiti? Luca Caselli ha aggiunto anche una serie di considerazioni sul dibattito che si è sviluppato nei giorni successivi, sottolineando alcune uscite secondo lui inopportune da parte di membri della Consulta degli stranieri (“italiani che ridevano alla vista del rogo”, secondo Caselli informazione senza fondamento) e della Cgil, che hanno contribuito ad alimentare la tensione invece di stemperarla.
Alle domande ha risposto il sindaco Pattuzzi.
Nel corso del 2007 sono stati effettuati dalla Polizia municipale tredici interventi di controllo sulle attività commerciali di via Circonvallazione 189 e non sono state trovate irregolarità né dal punto di vista delle licenze né da quello normativo riguardante edilizia o igiene. Sono state trovate invece non conformità dal punto di vista costruttivo nella moschea, e per queste è stata avviata la procedura prevista, che è in corso.
Per quanto riguarda le licenze e la sicurezza, il sindaco ha ricordato che secondo la legge del 1998 per le superfici sotto i 250 mq. non sono necessarie licenze comunali, basta avere uno spazio che risponda ai requisiti di attività commerciale e dare comunicazione dell’attività al municipio. Così è avvenuto per questo negozio, che ha aperto nel 2002.
Per quanto riguarda le norme antincendio, non c’è obbligo di certificato di prevenzione incendi per superfici sotto i 400 mq., quindi neanche per questa attività, dislocata su 150 mq.

La natura dell’incendio, secondo le informazioni finora pervenute al sindaco, sarebbe dolosa. Pur non essendoci rilievi in questo senso all’interno del negozio, l’uso di acceleranti è stato accertato in un garage del palazzo, anche se non in perfetta corrispondenza con il negozio. Non sembra che ci sia una matrice razzista, quanto invece un regolamento di conti nei confronti del negoziante, che a quanto riferito svolgeva comunque l’attività in modo corretto.
Sono stati dichiarati subito inagibili, ha spiegato il sindaco, gli appartamenti sopra il locale incendiato e poi tutti quelli che si affacciavano sul corridoio a sua volta inagibile. In totale otto (di cui uno era già sigillato) più altri due aggiunti dopo. Chiuse anche le attività immediatamente adiacenti al negozio bruciato. Inizialmente cinque persone hanno dichiarato la residenza. Pur non essendo obbligati, ha sottolineato il sindaco, ricordando come questa precisazione abbia suscitato a sua volta polemiche a suo giudizio ingiustificate, è stata offerta a queste persone una iniziale sistemazione in albergo e poi un alloggio in via Respighi a un canone complessivo di 240 euro al mese, secondo le regole stabilite dal consiglio comunale. Di questa opportunità nessuno ha voluto approfittare e tutti hanno trovato sistemazioni diverse.
Il futuro del palazzo: abbiamo cercato, ha spiegato il sindaco, di verificare le condizioni per una dichiarazione di inagibilità, ma non ci sono perchè secondo i tecnici esistono solo situazioni irregolari che possono essere superate. Emetteremo tre ordinanze per il ripristino degli scarichi inadeguati (uno direttamente in un garage), dell’impianto elettrico e delle fognature.

Verificheremo la possibilità di porre vincoli per una ristrutturazione guidata e supervisionata dal Comune. Non sappiamo se qualcuno si attiverà per queste sistemazioni, in caso negativo si potrà successivamente arrivare a misure più drastiche, lavorando nel frattempo con i proprietari perché le famiglie e gli occupanti regolari presenti vengano allontanati e sistemati altrove nel momento in cui si potrà eseguire un’ordinanza contingibile e urgente per la riqualificazione urbanistica dello stabile.

Ultimo aspetto: bisogna lavorare sulla prevenzione, non autorizzando più cubature come avveniva negli anni settanta, che danno vita a palazzi candidati a rischio di ghetto.
Gian Francesco Menani si è dichiarato soddisfatto della risposta, ma non della situazione di Braida e del palazzo in questione, che resta a suo parere molto grave.
Luca Caselli si è dichiarato soddisfatto delle risposte del sindaco, ma non della sua maggioranza, che, ha detto, impedisce al primo cittadino di fare molto di più, quanto sarebbe nelle sue possibilità, alimentando tensione e scontro. Caselli ha dato disponibilità a sostenere iniziative drastiche di ordine pubblico che il sindaco vorrà intraprendere.

Prima di un nuovo dibattito su Braida, si è passati a un’interrogazione del consigliere dei Ds Mario Vecchi riguardante l’insonorizzazione della sala di quartiere di San Michele, un’operazione, ha ricordato il consigliere, prevista nella convenzione con gi utilizzatori e garantita da Sgp, importante per i residenti e anche per aumentare e potenziare il numero delle iniziative intraprese in questo spazio. Vecchi ha chiesto all’asessore alla cultura e pubblica istruzione Cardillo tempi certi per la realizzazione di questo intervento, già previsto.
Cardillo ha ammesso il ritardo nell’esecuzione del lavoro, riconosciuto la sua utilità ai fini di un ottimale utilizzo della sala e assicurato che l’amministrazione si impegnerà per terminare l’opera e per potenziare le attività.
Insoddisfatto della risposta Mario Vecchi che ha ribadito di voler essere informato con certezza sul momento in cui il lavoro verrà eseguito e di non accontentarsi della garanzia di un impegno.

A seguire il consigliere di Alleanza Nazionale Biagio Antonio Santomauro ha interrogato il sindaco a proposito della situazione del palazzo giallo in prossimità di via del Tricolore, oggetto delle cronache di questi giorni per una situazione abitativa a rischio e per un principio di incendio.
Secondo Santomauro, sono evidenti le condizioni di inagibilità dello stabile, dove manca l’abitabilità, anche se molti appartamenti risultano occupati e, secondo il consigliere, sono ancora di più quelli che vengono frequentati di notte e clandestinamente. Il consigliere ha segnalato l’aumento di situazioni in cui mancano i requisiti di sicurezza e anche di episodi di criminalità e spaccio nella zona, richiamando a interventi decisi.
Il sindaco Pattuzzi ha illustrato la situazione di questo palazzo, di cui il Comune è venuto a conoscenza nell’ottobre del 2007, quando famiglie hanno comunicato la residenza in questa sede. E’ uno stabile non ultimato e di fatto già abitato almeno in una cinquantina di alloggi.
Il sindaco riferisce di aver provato vari sistemi per evitare l’occupazione, ma la dichiarazione di residenza, chiarisce, è un atto che compete allo stato e il Comune opera solo una verifica formale. Anche il principio di incendio in questo palazzo, spiega Pattuzzi, sembra di origine dolosa.
Anche in questo caso le relazioni tecniche non consentono azioni definitive, perché specificano che gli alloggi “non dovrebbero essere abitati” senza prefigurare situazioni di rischio che autorizzino uno sgombero.
Il Comune ha comunque avviato il 14 dicembre una procedura per l’assenza degli atti sulla sicurezza, collaudo e verifica impianti. Scaduti i tempi di questo procedimento è stato emesso il divieto di uso di queste unità immobiliari. Non ci sono però le condizioni per un’ordinanza contingibile e urgente e quindi non possono intervenire le forze dell’ordine, lo stabile resta quindi occupato.

L’altra strada percorsa quindi è quella della collaborazione con la società immobiliare titolare del palazzo e con gli istituti di credito, per arrivare in tempi rapidi alla chiusura del cantiere, in modo che subentrino le condizioni di sicurezza e possano essere correttamente usati gli alloggi, diversi dei quali sono stati già acquistati dall’amministrazione comunale che è intenzionata a collocare qui persone in grado di svolgere una funzione di portierato sociale e controllo della situazione.
E’ stato stilato un programma degli interventi, che però non è stato finora rispettato.

L’amministrazione non è quindi soddisfatta della situazione, ma non ci sono i presupposti per l’uso della forza, la situazione è complessa e viene seguita con attenzione. Si è verificato che molti dei residenti provengono da fuori Sassuolo, anche da lontano.
Il consigliere Santomauro si è dichiarato parzialmente soddisfatto, chiedendo di fare ancora di più.

A seguire il consigliere di Forza Italia Paolo Vincenzi ha interrogato il Comune a proposito di un progetto di attivazione delle unità cinofile della Polizia municipale, che è risultato bocciato dalla Regione. Vincenzi ha chiesto i motivi della bocciatura, ipotizzando che sia stato un caso di inefficienza, chiesto se le unità cinofile verranno comunque attivate e come.
Il sindaco ha replicato ricordando che il finanziamento richiesto era complessivo per numerose iniziative riguardanti la sicurezza, dall’installazione di nuove telecamere al potenziamento telematico fino alla formazione e che complessivamente sono stati accordati finanziamenti per 180mila euro, con la sola esclusione del capitolo riguardante le unità cinofile, per mancanza di una documentazione non accordata a Sassuolo dalle forze dell’ordine competenti. Pattuzzi ha chiarito che le unità cinofile verranno comunque attivate con denaro dell’amministrazione.

Insoddisfatto Vincenzi, che ha ribadito il suo disappunto per il mancato finanziamento di questo capitolo.

La successiva interrogazione del consigliere Vincenzi riguardante le spese sostenute dal Comune per il Progetto Braida è stata rinviata in accordo col consigliere per la mancanza di una parte della documentazione richiesta.

A seguire il presidente del consiglio comunale ha rivolto una comunicazione all’assemblea.
In data 16 gennaio è stata protocollata l’adesione al gruppo consiliare del Partito Democratico da parte di 14 consiglieri: Ruggero Cavani, Patrizia Barbolini, Rossano Dallari, Giacomo Gullo, Raffaele Lettieri, Giuseppe Barone, Mario Vecchi, Claudio Lodesani, Laura Bizzarri, Annalisa Sibani, Fulvio Bonvicini, Massimiliano Righi, Maria Cristina Vandelli, Antonio Caselli. Di fatto quindi scompare il gruppo Ds e si formalizza in consiglio comunale la nascita del gruppo consiliare del Partito Democratico, che ha scelto come capogruppo Raffaele Lettieri.
Rimangono i due gruppi Uniti per sassuolo La Margherita, con il consigliere Fabrizio Tincani capogruppo, e Democrazia è libertà La Margherita con il consigliere Corrado Scalabrini capogruppo.
Vengono ridefiniti i numeri per la partecipazione alle commissioni che vengono messi in votazione in consiglio comunale.
Sulla comunicazione il presidente ha aperto il dibattito.
Mario Cardone del Gruppo Misto ha auspicato un cambiamento nello statuto del consiglio comunale, per far fronte a un caso come questo che si presenta anomalo. Dal punto di vista politico ha chiesto di verificare il tipo di maggioranza presente a Sassuolo, rilevando i casi di defezioni annunciate nei giorni scorsi, da Usai dei Comunisti Italiani contrario al bilancio, alla uscita dell’assessore Megale da questo stesso partito per confluire nel Pd. Siamo sempre stati costruttivi, ha detto Cardone, ma non abbiamo mai incontrato il dialogo richiesto e adesso vorremmo capire se il monocolore che si definisce a Sassuolo porta con sé una chiarezza politica.
Claudia Severi ha dichiarato di prendere atto con perplessità della nuova composizione consiliare col Pd, in cui non si registra l’ingresso di Corrado Scalabrini, segretario della Margherita, mentre si annoverano le entrate di Megale dai Comunisti Italiani, di Patrizia Barbolini e numerosi Ds e di Antonio Caselli, inizialmente all’opposizione in consiglio comunale. Una composizione anomala, dice Severi, ma soprattutto un chiaro spostamento verso sinistra.
Secondo Gian Francesco Menani della Lega Nord cambia solo nome il partito dei Ds, la Margherita non ha nessuna forza.
Corrado Scalabrini ha chiarito la sua posizione: sono un co-fondatore del Partito Democratico che sostengo, ha detto, ma qui parliamo di gruppi consiliari e la mia scelta di restarne al di fuori dipende da una discussione sulle regole del gruppo, che ho deciso di non accettare nella forma in cui sono state proposte. Le ho ritenute motivo di indebolimento delle idee che portavo.
Raffaele Lettieri, designato capogruppo, è intervenuto ancora su questo punto delle regole, definendole parte di un cammino iniziato in precedenza e non ancora finito. Abbiamo rilevato la necessità di darci delle regole, ha spiegato, in una fase che vede l’unione in un gruppo solo di persone provenienti da percorsi molto diversi. Le regole non le ha scritte un solo individuo ma sono risultato di un percorso condiviso. Il disaccordo è comunque legittimo e si lavorerà ancora, questo non è un punto di arrivo.
Angelo Usai dei Comunisti Italiani ha fatto gli auguri all’assessore Megale che ha scelto di lasciare i Comunisti Italiani per confluire nella nuove esperienza del Pd. Sul gruppo consiliare ha rilevato che i numeri non cambiano, il prodotto resta uguale e si tratta quindi solo di un’alchimia politica.
Luca Caselli di Alleanza Nazionale ha rilevato come la nuova situazione vada in direzione opposta all’esigenza manifestata dai cittadini di una semplificazione della politica. Ha anche sottolineato come dalla nuova realtà la maggioranza finisca per perderci invece di uscire rafforzata.
E’ intervenuto anche il sindaco Pattuzzi salutando con soddisfazione la nascita del gruppo del Pd, che vorrebbe essere sintesi e semplificazione delle posizioni politiche in una società ormai chiaramente post-ideologica. Ha sottolineato come la nascita di questo gruppo accompagni un momento in cui la maggioranza non presenta grandi difficoltà. Il bilancio preventivo 2007, ha ricordato, è stato il punto di minor gradimento di questa giunta, con il minimo sostegno in termini di voti, mentre il bilancio preventivo 2008 segna un riavvicinamento di diversi consiglieri ed è fra i migliori risultati numerici della maggioranza. Problemi ce ne sono ancora, chiedo ai consiglieri Tincani e Scalabrini di valutare nuovamente la loro entrata nel gruppo e al consigliere Usai, che ha manifestato un problema politico, vedendo forse venir meno le possibilità di dialogo garantite dalla situazione precedente, dico che il dialogo ci sarà, anzi sarà favorito dalla nascita di questa nuova realtà.
A conclusione degli interventi è stata votata la delibera che dispone i parametri numerici per la partecipazione alle commissioni consiliari con la nuova composizione.

Hanno votato a favore il gruppo del Pd, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, Uniti per Sassuolo La Margherita, Democrazia è libertà La Margherita, Gruppo Misto, Forza Italia, Udc, il sindaco.
Astenuta Alleanza Nazionale.
Non ha partecipato al voto la Lega Nord.

In continuazione di seduta erano in elenco tre diversi ordini del giorno dedicati alla vicenda della mancata partecipazione di Papa Benedetto XVI all’apertura dell’anno accademico all’Università La Sapienza. Due ordini del giorno, di Claudia Severi e Ugo Liberi di Forza Italia, sono stati presentati, anche se poi Claudia Severi ha sottoscritto quello di Ugo Liberi riducendoli a un solo documento, l’altro era ad opera del consigliere del Gruppo Misto Nicola Caserta.
Vista l’ora tarda il presidente ha proposto di spostare la discussione al consiglio successivo, ma diversi consiglieri hanno obiettato sul legame stretto con l’attualità che caratterizzava questi documenti e quindi sulla urgenza della trattazione.
Al consiglio comunale è stato chiesto di votare se la discussione dovesse tenersi nella seduta in corso.
Hanno votato sì i consiglieri Sibani, Caserta, Cardone Scalabrini, Tincani, Lettieri, Benedetti Massimo e Benedetti Enrico, Severi, Menani, Santomauro, Caselli.
Contrari (favorevoli quindi al rinvio) i consiglieri Bonvicini e Usai.
Astenuti Barbolini, Pattuzzi, Liberi, Cavani, Gullo, Barone.
Ancora, dopo aver iniziato a trattare l’odg Claudia Severi, notando numerose assenze fra i consiglieri e la giunta, ha chiesto di valutare l’opportunità di un consiglio straordinario dedicato al tema.
Si è tornati al voto: favorevoli a un consiglio straordinario si sono espressi i gruppi di Forza Italia, An, Udc e Lega, contrari Tincani, Scalabrini, Cardone, Lettieri, Sibani, Caserta e Gullo.
Astenuti Barbolini, Cardone, Cavani e il sindaco.
La proposta quindi non è passata e la trattazione del tema è proseguita.
Claudia Severi ha chiesto solidarietà al Papa e impegno del sindaco a inviare alle autorità ecclesiastiche un documento di sostegno, contro quella che ha definito una strumentalizzazione politica e una vergogna per l’Italia e per Roma, che ospita il capo della chiesa cattolica.

Questa protesta spinta da ragioni politiche e ideologiche certamente non tutela la laicità delle pubbliche istituzioni e il confronto culturale che proprio nell’Università dovrebbe trovare una delle sue massime espressioni, ha detto. La lettera dei docenti, continua l’odg è espressione non di laicità bensì di laicismo integralista, intollerante, oscurantista, che non riconosce il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero agli altri.
Di segno opposto l’ordine del giorno di Nicola Caserta del Gruppo Misto, basato sulla libertà di espressione e di dissenso. Non c’è stata, ha detto Caserta, guerra di religione né bavaglio. Il Papa ha declinato di sua iniziativa l’invito. I docenti hanno esercitato il proprio legittimo diritto di pensiero ritenendo che per il principio di laicità presdente nelle scuole italiane, non sarebbe stato opportuno che il Papa fosse tra i soggetti invitati a tenere discorsi in quella particolare circostanza rappresentata dall’inaugurazione dell’anno accademico. Non siamo di fronte a un esempio di censura alla libertà di espressione ma ad un altro, gravissimo caso di subalternità culturale di gran parte dei media, e della classe politica alle gerarchie cattoliche. Gli intolleranti censori dell’iniziativa dei 67 docenti della Sapienza sono gli stessi che nulla dicono e fanno per impedire la violazione della laicità dello Stato e delle sue leggi. Ai soliti noti del centrodestra, ha concluso Caserta, si è ormai unito purtroppo, anche il Pd.
Massimo Benedetti dell’Udc ha parlato di violenza verbale e ideologica che indigna. E’ stato, ha detto, un atto di intolleranza nei confronti del capo della chiesa, nella città che ospita la chiesa. Ci pieghiamo ancora una volta a una minoranza violenta e arrogante. Una vergogna a cui ci espone l’attuale governo. Il Papa avrebbe proposto il suo punto di vista, non imposto. Doveva essere consentito ascoltarlo.
Mario Cardone del Gruppo misto ha sottolineato come l’errore fondamentale l’abbia fatto l’Università, chiedendo la Lectio magistralis, invece di un più semplice saluto. Poi le correzioni in corso non hanno più funzionato e il danno era fatto. Ha anche ricordato come il laicismo delle istituzioni sia spesso incompleto, come nel caso delle istituzioni scolastiche che includono anche la scuola privata nei finanziamenti.
Fabrizio Tincani di Uniti per Sassuolo La Margherita ha commentato più in generale il concetto di laicità e visto un attacco a questo concetto, che include sia i cattolici che i non cattolici nel momento in cui portano le loro esperienze nella sfera pubblica. Ha anche sottolineato la volgarità degli attacchi degli studenti e auspicato che almeno su questo proprio in nome della comune laicità si potesse essere d’accordo.
Luca Caselli di Alleanza Nazionale ha riconosciuto la necessità di istituzioni laiche ma ha sottolineato che laico non vuol dire anti-clericale. Non volere ascoltare è un segno chiaro di intolleranza.
Gian Francesco Menani della Lega Nord ha sottolineato che casi come questo rendono la parola democrazia un involucro vuoto, L’espressione dei contestatori non è stata democratica, ha detto, il confronto sarebbe stato necessario.
Secondo Ugo Liberi, di Forza Italia, impedire di parlare è un atto antidemocratico. In Italia, ha detto, succede regolarmente che una minoranza impedisca un atto democratico e il governo faccia finta di niente per non perdere il sostegno delle frange estremiste.
Annalisa Sibani del Partito Democratico ha giudicato l’accaduto una sconfitta per i laici, che ha offerto una straordinaria occasione di vittimismo alla chiesa. L’errore sta nella Lectio magistralis: il Papa è docente qualificato ma guida spirituale, mentre nell’Università ci sono molti non cattolici. La chiesa ha interpretato l’accaduto come una contestazione inaccettabile e non ha manifestato capacità di mediazione cattolica, come non c’è stata capacità di ascolto laica dall’altra parte. E’ da condannare lo sfruttamento che la politica e la chiesa stessa hanno fatto di questo caso.
Corrado Scalabrini di Democrazia è libertà La Margherita ha sottolineato il dietro front di diversi dei 67 docenti dopo l’esplosione del caso. Laicità a questo punto, ha sottolineato, vorrebbe dire nessun punto di vista se non quello della convenienza immediata, non cultura ma vuoto,. E’ preoccupante che professori che preparano i giovani al futuro manifestino queste caratteristiche. La laicità è rispettare fino in fondo la capacità di usare la ragione, operando per il bene oggettivo, che non è patrimonio solo dei credenti. Uso della ragione, dialogo, rinuncia alla sopraffazione, rispetto dei diritti, libertà religiosa.
Per Claudia Severi di Forza è stato un atto di laicismo integralista e di ostilità. La capacità di contradditorio, ha detto, fa crescere le persone.
Per Enrico Benedetti dell’Udc il Papa non ha declinato l’invito, gli è stato impedito di partecipare. La chiesa ha reagito con sostegno e affetto al Pontefice, non ha mai parlato di censura. Anche domenica all’Angelus non ci sono stati fischi all’indirizzo dei docenti della Sapienza, solo applausi al Papa che ha ancora una volta richiamato la necessità di libertà e confronto.
Raffaele Lettieri del Pd ha rilevato un problema di forma nella Lectio Magistralis che a inizio anno può essere vista come un’impostazione generale. Era giusto che il Papa parlasse, ma fatico a sostenere un atteggiamento di estrema condanna, ha chiarito. Ci sono state scelte indotte, ma le condizioni per intervenire c’erano ancora e dal governo e dalla chiesa stessa sono arrivate indicazioni di scelte un po’ opportunistiche. Si è persa da entrambe le parti un’occasione di confronto.
Dopo le dichiarazioni di voto si è andati alla votazione finale sui due ordini del giorno.
Il documento di Liberi e Severi ha ottenuto i sì di Caselli Luca, Santomauro, Menani, Benedetti Massimo ed Enrico, Severi, Liberi, Tincani, Scalabrini.
Contrari Caserta, Barbolini, Gullo, Lettieri e Cardone.
Astenuti Sindaco e Sibani.
L’odg è stato approvato.
Il documento di Nicola Caserta ha ottenuto il voto favorevole di Nicola Caserta.
Astenuti Barbolini e Sibani, contrari tutti gli altri presenti.
L’odg è stato respinto.
















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