Tre condanne ed una assoluzione al processo per la morte di Niccolò Galli, giovane e promettente calciatore del Bologna, figlio dell’ex portiere della nazionale Giovanni, deceduto il 9 febbraio 2001 a soli 17 anni in un incidente stradale a Casteldebole appena fuori dal centro tecnico della squadra rossoblù.
Per omicidio colposo il giudice monocratico di Bologna Arnaldo Rubichi ha condannato ad un anno e quattro mesi Rinaldo Capiluppi, funzionario della Coop Costruzioni, che faceva parte del consorzio di imprese che aveva in appalto i lavori di manutenzione delle strade; a 10 mesi e 29 giorni Fiorenzo Mazzetti, allora responsabile dell’ufficio manutenzione stradale del Comune; a sei mesi e 20 giorni Stefano Fortunati, tecnico dello stesso ufficio. Assolto invece Giuseppe Martino, funzionario di un’altra cooperativa subappaltatrice della manutenzione.
Secondo le indagini Niccolò Galli, che tornava a casa in motorino dopo l’allenamento, finì contro il guardrail di destra, all’inizio di un ponte vicino al centro tecnico rossoblù, e proprio in quel punto la struttura appariva pesantemente deformata: un tubo d’acciaio era diritto in posizione palesemente pericolosa. Galli morì per un pesante trauma all’addome.