Meno uno alla partenza per lo spazio, dalla stazione aerospaziale di Baikonur, Kazakistan dei due progetti realizzati dai ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
E’ prevista per venerdì 14 settembre 2007 la partenza di YES2, minisatellite realizzato dagli studenti della Facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia in collaborazione con studenti di altri atenei europei e dei tardigradi, i piccoli invertebrati studiati dai ricercatori del Dipartimento di Biologia animale in collaborazione con i colleghi dell’Università Statale di Milano.
YES2 e i tardigradi saliranno assieme sul FOTON M3 la capsula progettata a portarli nello spazio, dove seguiranno iter differenti: Yes2 testerà il ritorno a terra di Fotino, capsula, che legata al resto del satellite, con una sorta di lunghissimo guinzaglio sperimenterà innovative modalità di decelerazione nella fase di rientro, mentre per i tardigradi il viaggio nello spazio servirà a testare le loro capacità di resistenza allo stress e ai cambi di temperatura e pressione per studi più complessi sull’invecchiamento.
YES2 verrà mandato nello spazio equipaggiato con una piccola capsula passiva di rientro a terra. “Per capsula passiva – ha spiegato il prof. Eugenio Dragoni docente di Costruzioni di macchine – si intende una capsula priva di motori e combustibile (quindi particolarmente leggera ed economica), che raggiunge il suolo terrestre sotto il richiamo della sola forza di gravità. Il progetto permetterà di verificare che capsule basate su questo semplice principio possono in futuro essere adibite al trasporto frequente di piccoli campioni sperimentali dalla Stazione Spaziale Internazionale verso il suolo europeo (programma SpaceMail)”.
“ Tutto il processo di integrazione dei tardigradi non ha avuto intoppi o difficoltà – dichiara la prof.ssa Lorena Rebecchi del Dipartimento di Biologia Animale– Abbiamo portato gli animali ad Amsterdam, dove sono stati preparati per la partenza e adesso dobbiamo aspettarne il ritorno per valutare subito la loro risposta al viaggio”.
I tardigradi, la cui missione è finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana che li ha scelti per questo progetto grazie alle loro particolarità, sono infatti microscopici organismi che possono sopravvivere naturalmente in condizioni di totale essiccamento, di congelamento (anche a bassissime temperature), di forti pressioni idrostatiche e di elevate dosi di radiazioni.


