La lotta unitaria dei pensionati, in piena coerenza con la piattaforma di Cgil, Cisl e Uil, ha ottenuto dal Governo una prima risposta positiva per la rivalutazione delle pensioni, garantendo risorse per 900 milioni di euro nel 2007 e 1300 nel 2008.
“Si è aperta per i pensionati la strada per recuperare finalmente il potere d’acquisto delle loro pensioni – dicono Maurizio Fabbri, Franco Andrini e Luigi Pieraccini, rispettivamente segretari di Spi-Cgil, della Fnp-Cisl dell’Uilp-Uil dell’Emilia-Romagna -. Con il Governo si è trovato l’accordo per sostenere le pensioni più basse, ma questo è soltanto il primo passo e nei prossimi anni si dovranno rivalutare tutte le altre pensioni”.
“Ora occorre dare continuità al confronto – continuano i segretari dei sindacati regionali dei pensionati – e definire con il Governo la platea dei beneficiari degli aumenti sulle pensioni, in base agli anni di contributi e all’importo della contribuzione versata, valorizzando in modo proporzionale quelle che derivano dal lavoro”.
Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil dell’Emilia-Romagna chiedono che dal confronto scaturisca l’istituzione di un tavolo di concertazione permanente tra Governo e sindacati dei pensionati, in modo da poter verificare annualmente l’andamento dei redditi da pensione e individuare con rapidità i meccanismi indispensabili per mantenere nel tempo il loro potere d’acquisto.
A conferma della necessità di un nuovo patto intergenerazionale che migliori le condizioni di vita degli anziani e che allo stesso tempo aumenti le tutele e i diritti dei giovani, dando loro certezze previdenziali per il domani, i pensionati dell’Emilia-Romagna ribadiscono la scelta prioritaria dell’invecchiamento attivo in alternativa al semplice allungamento dell’età pensionabile, assumendo quindi la flessibilità in uscita quale sistema utile per un’equa salvaguardia delle diversità lavorative.
Le organizzazioni sindacali dei pensionati si impegnano a continuare la mobilitazione finalizzata a ottenere un accordo complessivo con il Governo, per chiudere senza rinvii una lunga e difficile vertenza importante per l’economia del Paese, per il mondo del lavoro, per il riconoscimento dei diritti del lavoro e nel lavoro, e dare così una risposta positiva alle esigenze, per troppe tempo inascoltate, dei pensionati.