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Formazione: nel 2006 in Emilia Romagna spesi 171milioni

La formazione dei dipendenti è considerata un’arma strategica dai piccoli imprenditori dell’Emilia Romagna tanto che nel 2006 le imprese della regione con meno di 20 addetti hanno speso in formazione 171 milioni di euro piazzandosi al terzo posto in Italia dopo Veneto, seconda, e Lombardia, prima. In totale in Italia nel 2006 i piccoli imprenditori hanno speso per la formazione sul campo circa 3.883 milioni di euro, una cifra che equivale all’1,5% dell’intero valore aggiunto prodotto da queste aziende.

E’ quanto emerge da una rilevazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato che ha intrecciato i dati dell’Istat con quelli del Ministero del Lavoro e di Unioncamere e ha messo in luce il valore della formazione sul campo realizzata dal titolare e dai suoi collaboratori nelle imprese fino 20 addetti

“Nelle piccole imprese – dichiara il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Giampaolo Palazzi – i neo assunti imparano il lavoro con l’assistenza ‘gomito a gomito’ degli imprenditori, si tratta della formazione attuata mediante l’affiancamento del titolare, di suoi collaboratori o di dipendenti nei confronti del nuovo assunto, nelle nostre imprese si evolvono tecnologia e mezzi di produzione ma l’attenzione alla formazione resta la stessa. Il valore aggiunto è dato poi dal fatto che sono gli stessi titolari spesso a fare formazione dimostrando che le aziende artigianali sono delle vere e proprie accademie del made in italy”.

Considerando la formazione ‘on the job’ effettuata dagli imprenditori, sia titolari, soci che collaboratori, si evince che il 56% del tempo del tutor imprenditore viene utilizzato per affiancare i nuovi assunti nel primo anno di attività. Gli imprenditori affiancano i nuovi assunti per un totale di 239 milioni di ore all’anno, mentre il tempo dedicato a corsi di formazione da parte delle grandi imprese italiane è in totale di 39 milioni di ore.

Nell’ambito delle piccole imprese, l’artigianato si conferma una vera e propria ‘accademia’ del made in italy: tra le imprese artigiane è maggiore la quota di titolari e soci che affiancano i neo assunti rispetto alle altre piccole imprese, 72,4% contro 68,7%. Ne consegue che i soli titolari e soci di imprese artigiane investono in formazione on the job 1.674 milioni di euro all’anno, affiancando 150.410 nuovi assunti. Il valore della formazione ‘sul campo’ effettuata dall’artigianato è pressoché il doppio della spesa per formazione delle grandi imprese che, nel 2005, è stato pari a 857 milioni di euro. Complessivamente la formazione sul campo effettuata nelle piccole imprese con meno di 20 addetti vale oltre 7 volte le risorse di finanza pubblica messe a disposizione per la formazione dei lavoratori che, nel 2004, ammontano a 541,3 milioni di euro.

I maggiori flussi in assunzioni di dipendenti nelle imprese con meno di 20 addetti (che sono legati sia a crescite dimensionali sia a sostituzione di dipendenti usciti dall’azienda), fanno detenere a cinque regioni il 48,7% degli investimenti in formazione ‘sul campo’ da parte degli imprenditori: al primo posto troviamo la Lombardia con 530 milioni di €, seguita dalla Campania con 386 milioni di €, Emilia Romagna con 335 milioni di €, Lazio con 321 milioni di € e il Veneto con 319 milioni di €.
I maggiori investimenti da parte di titolare, soci e collaboratori nell’addestramento dei nuovi assunti nell’artigianato vengono effettuati in Lombardia, con 218 milioni di €, in Veneto con 171 milioni di €, in Emilia Romagna con 171 milioni di €, in Piemonte e Valle d’Aosta con 118 milioni di € e in Campania con 118 milioni di €.
















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