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Bologna: Amalind Srl, firmato in Provincia accordo sindacati-azienda

Si ricuce lo strappo tra sindacati e i vertici della Amalind Srl, l’azienda specializzata nella produzione di macchine lavasecco e lavametalli che lo scorso autunno aveva avviato una procedura per la collocazione in mobilità
di 14 dei 48 dipendenti occupati nello stabilimento di Castel Maggiore.


Questa mattina, all’assessorato al Lavoro della Provincia di Bologna, è stato firmato l’accordo per la gestione degli esuberi. Tale accordo prevede
la riduzione degli esuberi da 14 a 10 e che l’azienda corrisponda ad ognuno di loro un incentivo all’esodo.

“Siamo molto soddisfatti per la decisione dell’azienda e delle organizzazioni sindacali di tornare a sedersi attorno al tavolo della
trattativa” hanno commentato gli assessori provinciali al Lavoro, Paolo Rebaudengo, e alle Attività produttive, Pamela Meier.
“Questa decisione–spiegano gli assessori- rappresenta un atto di responsabilità nei confronti dei lavoratori ed impegna l’azienda ad avviare seri interventi per recuperare competitività. La riduzione di personale deve infatti essere
vista come una temporanea razionalizzazione sulla quale innescare un processo di consolidamento e di sviluppo, anche del futuro livello occupazionale”.

Si tratta di avviare un percorso di riconversione che, negli auspici dell’assessore Meier, si dovrebbe chiudere al più presto. “Stiamo lavorando affinché anche la Amalind possa rientrare nel progetto di filiera lavasecco che stiamo mettendo a punto con le imprese interessate e le loro organizzazioni di rappresentanza –spiega Meier-. Oggi nel bolognese sono due le aree in cui sono concentrate le aziende del settore: Calderara di
Reno e Funo di Argelato. Pensiamo che si possano attuare strategie d’impresa comuni, non tanto per quanto riguarda le politiche commerciali,
quanto nell’ambito dell’innovazione e della ricerca e sviluppo del settore lavasecco”.
Il nuovo Consiglio di amministrazione ha infatti espresso l’intenzione di rilanciare l’azienda, potenziando l’attività di ricerca e sviluppo con
un’attenzione particolare al settore delle macchine per trattamento superfici.

La crisi di Amalind risale a qualche anno fa. Tre anni fa i soci fondatori dell’omonimo gruppo (di cui fanno parte assieme ad Amalind Srl anche Lindus
Srl e Dolmar & C. Spa) avevano deciso di incrementare il capitale sociale dell’azienda per affrontare la difficile fase congiunturale nazionale e internazionale, legata in buona parte al cambio di abitudini di consumo che negli ultimi anni ha inciso negativamente sulla vendita delle macchine
lavasecco, e aggravata da un cambio euro-dollaro che penalizza l’export. L’azienda all’inizio dello scorso anno aveva fatto ricorso alla Cassa
integrazione guadagni straordinaria per crisi per una parte dell’organico e ad ottobre ha avviato la procedura di mobilità per 14 lavoratori.
















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